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C'è un'altra Umbria: libera, concreta, di parola

Febbraio 2011 Archives

"Con l'aumento delle tariffe si disincentiva l'uso del mezzo pubblico. Scongiurare l'aumento del 30 per cento degli abbonamenti"
 
TRASPORTO PUBBLICO. DOTTORINI E MINELLI (IDV): CORSA SEMPLICE A UN EURO SCELTA TARDIVA E INEFFICACE. RIPORTARE BIGLIETTO UNICO A UN EURO

"La parziale marcia indietro del comune di Perugia sull'aumento del biglietto unico ci appare tardiva e inefficace. Prima il comune aumenta del 50 per cento il prezzo del biglietto unico, scontentando centinaia di studenti e pendolari e scoraggiando l'uso del trasporto pubblico, poi cerca di riparare al danno introducendo una corsa per un solo mezzo al prezzo di un euro, aumentando contestualmente il costo degli abbonamenti del 30 per cento. Come dire, un errore per riparare a un altro errore". Con queste parole Oliviero Dottorini, capogruppo dell'Italia dei Valori in Consiglio regionale, e Matteo Minelli, responsabile del dipartimento Giovani dell'Italia dei Valori, commentano la notizia dell'introduzione da parte del comune di Perugia di un biglietto per un solo mezzo al prezzo di un euro.
"Comprendiamo - continuano Dottorini e Minelli - le difficoltà del comune di Perugia per la riduzione dei finanziamenti statali per il trasporto pubblico e ancora una volta dobbiamo constatare che la mannaia del governo continua a colpire i cittadini, soprattutto quelli appartenenti alle fasce più deboli. Come avevamo previsto, infatti, i tagli operati alle regioni stanno mettendo a serio rischio la sostenibilità economica delle aziende di trasporto locale. Ma è inutile aumentare le tariffe, anche perché questo produrrà un'ulteriore riduzione dell'utenza, con danni all'ambiente e alla qualità dei servizi. Un aumento delle tariffe pari al 50 per cento, in un comune, quale Perugia, in cui adesso i cittadini pagano più di quelli di altri comuni come Roma, Firenze, Napoli, Milano e Torino, rischia però di produrre l'effetto opposto a quello desiderato. Occorre invece che la Regione si faccia carico di avviare serie politiche integrate per un reale rilancio del trasporto pubblico, tagliando su sprechi e inefficienze. Quello che chiediamo è che con un euro si possa acquistare il biglietto unico ad oggi rimasto alla tariffa di un euro e cinquanta. Accanto a questo servono nuovi piani urbani della mobilità, associati a misure di disincentivazione dell'uso dell'auto privata, e servono politiche più attente alle fasce di reddito e a particolari fasce di utenza, come ad esempio gli alunni delle scuole".
"Occorre quindi incentivare quanto più possibile l'utilizzo del trasporto pubblico, anche prevedendo condizioni favorevoli per alcune fasce di utenti, e contemporaneamente disincentivare l'utilizzo del mezzo privato - concludono gli esponenti Idv -. Si può cominciare subito, con una politica tariffaria più equa ed efficace che ad esempio preveda un forte sconto per l'abbonamento scolastico del secondo figlio e ancor più del terzo, e così via. In questo modo la Regione Umbria potrà mostrare anche come risponde a un governo nazionale che continua a sbandierare, ma solo a parole, la 'tutela della famiglia', per poi, di fatto, tagliarle ogni servizio, a partire da quelli del trasporto pubblico".
 
Perugia, 23 febbraio 2011

Vedi anche: http://www.youtube.com/watch?v=20AB2fVEfD4&feature=player_embedded

DAP 2011. IL NOSTRO INTERVENTO IN CONSIGLIO

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Il Consiglio regionale ha approvato il Documento annuale di programmazione per l'anno in corso. Sotto potete trovare l'intervento in aula di Oliviero Dottorini. Da questo link potete scaricare l'intervento come file pdf.

"Dal Giurì schiaffo alla pubblicità ingannevole del Forum nucleare. Dopo grande risultato della raccolta firme necessaria mobilitazione per raggiungere quorum"

REFERENDUM. DOTTORINI (IDV): IL 29 MAGGIO ELECTION DAY PER FERMARE NUCLEARE, PRIVATIZZAZIONE DELL'ACQUA E LEGITTIMO IMPEDIMENTO.

"Ad una visione antiquata e padronale delle istituzioni, dell'ambiente e della salute dei cittadini è necessario rispondere in maniera forte e chiara attraverso il più formidabile strumento di democrazia diretta che i cittadini hanno a disposizione: il referendum" Con queste parole il capogruppo Idv in Consiglio regionale Oliviero Dottorini invita le cittadine ed i cittadini dell'Umbria a firmare la petizione online (www.iovotoil29maggio.it) per indire un "election day" che riunisca nella giornata del 29 maggio il secondo turno delle elezioni amministrative e la  consultazione referendaria su legittimo impedimento, acqua e nucleare, i tre quesiti sui quali gli umbri, e gli italiani tutti, saranno chiamati a pronunciarsi.  
"La petizione - spiega Dottorini - prende il nome dal giorno in cui sarebbe bene votare. Con la solita tattica di far slittare i referendum a ferie già cominciate, in modo da non raggiungere il quorum, si vuole predisporre una data diversa da quella del secondo turno delle elezioni amministrative. Noi riteniamo assurdo e offensivo, dato il momento di crisi economica, buttare al vento milioni di euro per non accorpare il secondo turno delle amministrative con i tre referendum. Soldi mandati al macero da un governo nemico della democrazia e dei più elementari diritti civici. Alla petizione online si aggiungeranno iniziative sulle principali piazze umbre per spiegare ai nostri concittadini quali rischi si corrono nell'affidare le risorse primarie e i valori fondanti dell'individuo in mani sbagliate. Il filo conduttore che lega i tre referendum sui quali siamo chiamati ad esprimerci è che gli finalmente potremo smascherare definitivamente  l'arroganza di un governo che non avendo argomenti ai quali aggrapparsi, continua a distribuire menzogne e atti che vanno contro le regole ed il semplice buon senso. L'ultimo schiaffo alla propaganda nuclearista è venuto dal Giurì dell'Autodisciplina Pubblicitaria che ha giudicato ingannevole lo spot del Forum Nucleare Italiano. I cittadini italiani già nel 1997 si erano espressi in maniera molto chiara contro il nucleare in Italia. Oggi dopo 24 anni è necessario ribadire questa contrarietà in maniera altrettanto chiara e compatta, a causa di un Governo nazionale che è disposto a qualunque cosa pur di portare avanti gli inconfessabili interessi di pochi soggetti."
"E' necessario - conclude Dottorini - dare seguito allo straordinario risultato raggiunto in fase di raccolta delle firme, creando uno schieramento più vasto possibile di cittadini, associazioni, organizzazioni sociali, che si adoperino per far vincere queste tre grandi battaglie di civiltà. In questo senso riteniamo che ancora un volta l'Umbria stia dimostrando una notevole sensibilità rispetto alle questioni poste e non possiamo che registrare con  soddisfazione le adesioni pervenute negli ultimi giorni, anche da parte di illustri esponenti politici del centrosinistra." 

Perugia, 24 febbraio 2010 
"Bloccare ogni decisione almeno fino all'insediamento del nuovo Cda. Inaccettabili nuovi aumenti delle bollette quando i bilanci registrano utili costanti"
 
ACQUA. DOTTORINI (IDV): COMUNI SI OPPONGANO A SDOPPIAMENTO UMBRA ACQUE. OPERAZIONE CON RICADUTE PESANTI SU UTENZA E LAVORATORI

"Ci troviamo di fronte a un'operazione ad altissimo rischio di ricadute negative sugli utenti, sui lavoratori e sulla gestione di un bene comune come l'acqua che deve essere tenuto il più lontano possibile da speculazioni e tentativi di privatizzazione. Sarebbe opportuno che i sindaci dei 38 comuni soci di maggioranza di Umbra Acque battessero un colpo e contrastassero l'intenzione dei vertici aziendali di scindere in due l'azienda. Una scelta grave e sbagliata che per giunta verrebbe assunta da un consiglio d'amministrazione scaduto e in regime di prorogatio, mentre richiederebbe almeno un organo decisionale nel pieno dei propri poteri. La fretta dei vertici di sancire lo sdoppiamento è quanto meno sospetta e a noi fa pensare che a rimetterci saranno ancora una volta gli interessi della collettività". Con queste parole il capogruppo regionale dell'Italia dei Valori, Oliviero Dottorini, interviene sulle voci che danno come imminente la scissione di Umbra Acque.
"Si tratterebbe - aggiunge Dottorini - di una scelta con ricadute preoccupanti per il futuro dei lavoratori e con effetti sicuramente dannosi per i cittadini che con tutta probabilità vedrebbero aumentare le tariffe a parità di servizio. Già ora Perugia, secondo i dati dell'Osservatorio «Prezzi e Mercati» di Indis relativi al 2009, si posiziona ai vertici nazionali quanto alle tariffe sull'acqua. Adesso, con la decisione di sdoppiare la società trasferendo alla nuova azienda le sedi, il parco macchine e la gestione di servizi come il laboratorio analisi, l'ufficio progetti e il call center, si avrebbe l'effetto di aggravare i costi del servizio idrico che sarebbero riversati ancora una volta sulle bollette dei cittadini. Inoltre sembra che i bilanci di Umbra Acque continuino ad essere in attivo: nel 2009 il bilancio ha registrato un utile di circa 1 milione e 800mila euro, mentre pare che il bilancio 2010 chiuda addirittura a più 2 milioni di euro. Non si capisce quindi la necessità di continui aumenti delle bollette. I cittadini dovrebbero pagare per la fornitura di un servizio e non per garantire profitti così elevati a soggetti privati che dovrebbero invece preoccuparsi di rendere più efficiente la rete idrica e meno frequenti le esternalizzazioni dei servizi".
"Chiederemo anche alla giunta regionale di esprimersi in maniera meno evasiva rispetto a questo progetto ancora non chiaro nei suoi contorni. Dalle notizie che abbiamo però - aggiunge il capogruppo Dottorini - pare delinearsi un quadro che vede un'azienda a maggioranza pubblica privarsi del patrimonio che costituisce il proprio capitale sociale per poi acquistare i servizi da un proprio doppione, garantendo così grandi profitti alla parte privata e impoverendo la parte pubblica, danneggiando i cittadini e mettendo a rischio il futuro di molti lavoratori. Per questo chiediamo che i comuni che fanno parte della società facciano sentire la propria voce, visto che detengono la quota di maggioranza dell'azienda. Occorre bloccare questa operazione e rimandare ogni eventuale decisione a quando sarà in carica il nuovo consiglio d'amministrazione".
 
Perugia, 24 febbraio 2010
Delibera Regione Marche 2009_1.jpg




Non so come,
ma in questi anni mi ero perso questa DGR della Regione Marche riguardante le moto di particolare interesse storico e collezionistico (20 ÷ 29 anni).

La Regione Marche con questa DGR 592 del 14/04/2009, ha riconosciuto l'esistenza e quindi la validità degli elenchi redatti annualmente dalla F.M.I..

La cosa "particolare" e secondo me giusta, sotto alcuni aspetti, è che solo le moto presenti nell'elenco della F.M.I. possono accedere ai benefici fiscali della L.342/2000, e non anche quelle iscritte.

Ovviamente in questa DGR 592 si fa menzione del fatto che l'Associazione asi (che sarebbe senza fini di lucro...cough cough...) non redige alcun elenco per gli autoveicoli, indovina un po' perché ?

Date un'occhiata soprattutto all'ultima pagina.

Scarica il documento clikkando qui - DGR Regione Marche 2009.pdf

Ciao a tutti.
dario di bello - dariodibello@dottorini.com




 "Acqua bene da sottrarre alla speculazione. Necessario aumentare i canoni di concessione, allineandoci almeno alle regioni più virtuose" 

ACQUE MINERALI. DOTTORINI (IDV): ALLE AZIENDE GRANDI PROFITTI, ALLA COLLETTIVITA' POCHI SPICCIOLI, INQUINAMENTO E RIFIUTI DA SMALTIRE

"I dati del 2009 relativi al settore dell'imbottigliamento delle acque minerali in Umbria confermano che occorre assolutamente correggere una situazione che appare ormai insostenibile, allineando l'Umbria alle regioni più virtuose. Non è più tollerabile vedere aziende che lucrano enormi profitti, utilizzando un bene comune fondamentale e versando solo pochi 'spiccioli' nelle casse pubbliche, per un'attività che comporta anche un notevole impatto ambientale. E' necessario aumentare i canoni di concessione per le aziende che imbottigliano, adeguandoli almeno a quelli delle regioni con legislazioni più avanzate della nostra. Oltre a questo è necessario che i proventi dei canoni per l'imbottigliamento vengano investiti in opere di manutenzione della rete idrica, in informazione sulle qualità dell'acqua pubblica, nel miglioramento delle risorse idriche, anche con ricadute nei territori interessati da insediamenti industriali di imbottigliamento". Con queste parole il capogruppo regionale dell'Italia dei Valori, Oliviero Dottorini, commenta i dati elaborati dalla Regione Umbria nella relazione sull'attuazione della legge 22 del 2008 sulla ricerca, coltivazione e utilizzo delle acque minerali.
"La nostra proposta di aumentare i canoni di concessione - spiega il capogruppo Idv - intende correggere una situazione incredibile che fa sì che, a fronte di un miliardo e 250 milioni di litri imbottigliati in Umbria, nelle casse della regione arrivino poco più di 1,5 milioni di euro, praticamente una cifra simbolica. L'Umbria cioè sta di fatto regalando un bene comune preziosissimo alle aziende dell'imbottigliamento senza ricevere in cambio che problemi, legati sia allo smaltimento dei rifiuti che all'ambiente. I benefici per la collettività infatti sono praticamente inesistenti. L'impatto occupazionale è minimo. In cambio l'Umbria deve farsi carico dei costi derivanti dall'inquinamento per il trasporto delle merci fino a quelli per lo smaltimento della plastica. Le aziende che imbottigliano pagano circa due lire al litro per un bene che, una volta imbottigliato e portato negli scaffali del supermercato, rivendono a 400-500 lire. La normativa umbra prevede canoni bassissimi pari a 50 euro per ettaro e, grazie alla nostra azione nella passata legislatura, pari a 1 euro ogni mille litri prelevati (precedentemente era di 0,50 euro). La regione Lazio fissa invece i canoni a 60 euro per ettaro e a 2 euro ogni mille litri, mentre il Veneto fa pagare alle aziende 580 euro ad ettaro e 3 euro ogni mille litri. Per questo riteniamo che sia giunto il momento di allinearsi quanto meno alle regioni più virtuose".
"In questo business senza limiti, a rimetterci sono i cittadini - conclude Dottorini - che si vedono sottrarre un bene pubblico a prezzi irrisori e che riacquistano quello stesso bene a costi esorbitanti. L'ubriacatura pubblicitaria spinge infatti i consumatori italiani ad essere tra i primi consumatori al mondo di acqua in bottiglia, rinunciando a consumare quella del rubinetto, che dà molte più garanzie di qualità.  Sarà importante che i maggiori introiti che deriveranno alla Regione dell'aumento dei canoni servano a finanziare una informazione corretta per invitare a bere l'acqua dei nostri rubinetti e per garantire a tutti i cittadini la conoscenza delle qualità organolettiche dell'acqua che sgorga dai rubinetti. Attualmente invece risulta per i cittadini difficile e macchinoso, se non impossibile, conoscere la qualità dell'acqua della rete pubblica - ha precisato Dottorini -. Per questo chiediamo che la Regione, insieme ad Arpa, Asl, Ati e aziende di gestione, metta in rete le analisi periodiche dell'acqua potabile suddivise quartiere per quartiere e accessibili a tutti, così come accessibili a tutti deve essere un rapporto dedicato allo stato di salute della risorsa idrica umbra e la possibilità per il singolo cittadino di richiedere analisi complete dell'acqua del proprio rubinetto, senza aggravi di costi, così come avviene nei maggiori paesi europei. La mancanza di trasparenza, infatti, unita alla scarsa pubblicità che viene fatta dell'acqua e a un'accondiscendenza eccessiva nei confronti delle attività estrattive della regione, induce solo a sospetti e non incentiva certo l'uso dell'acqua pubblica. Una situazione intollerabile a cui andrebbe posto rimedio, valorizzando meglio una risorsa importante del nostro territorio e, allo stesso tempo, perseguendo una politica di riduzione dei rifiuti. In tempi di emergenza rifiuti non è un elemento da trascurare".

Perugia, 18 febbraio 2011

"Premiato il nostro lavoro di approfondimento e proposta. Affermata necessità di confronto senza forzature né soluzioni a scatola chiusa"

DAP 2011. DOTTORINI E BRUTTI (IDV): RAGGIUNTO UN BUON ACCORDO, MA RIMANGONO ANCORA QUESTIONI APERTE

"Sul Dap abbiamo raggiunto un buon accordo. Il nostro è stato un lavoro di approfondimento e di proposta che oggi trova un esito positivo e che rende quel documento più completo e più lungimirante. Certo, rimangono aperte questioni importanti su cui Idv mantiene una posizione che non coincide con quella di altre forze della coalizione. Ma abbiamo sicuramente segnato un punto: sui temi che più da vicino riguardano il futuro dell'Umbria è necessario un dibattito tra le forze di centrosinistra senza pretendere di portare soluzioni a "scatola chiusa" o tentare forzature. Anche perché alla fine i risultati sono tutt'altro che disprezzabili". Questo il commento del capogruppo Idv in Consiglio regionale Oliviero Dottorini e del consigliere Paolo Brutti, segretario regionale Idv, all'approvazione del Documento annuale di programmazione 2011 da parte della prima commissione consiliare.
"Nella nuova versione del Documento - spiegano Dottorini e Brutti - trovano un argine le derive inceneritorie che attraversano purtroppo anche alcuni settori della maggioranza. Rimane la distanza su molti aspetti, ma almeno si fissa il principio che nessuno può pensare di fare salti in avanti senza aver dato impulso a una seria politica di riuso, recupero e raccolta differenziata. Ma anche su temi importanti come politiche per gli anziani, agricoltura, artigianato, ambiente, connessione tra settore turismo-ristorazione e prodotti tipici locali otteniamo dei risultati importanti. Si introducono principi importanti come il policentrismo dell'Umbria e per quanto riguarda le riforme endoregionali la necessità di eliminare gli enti di secondo livello, per individuare in Province e Comuni le istituzioni di decentramento amministrativo. Viene acquisita dal governo regionale anche la necessità di dare applicazione alla legge sugli acquisti ecologici per le amministrazioni pubbliche. Positivo anche l'inserimento della valorizzazione della stampa periodica locale, del commercio equo e del mobile in stile. Certo, rimangono dei temi ancora aperti: sulla riforma delle comunità montane, su alcuni punti importanti del Piano per le infrastrutture e sui rifiuti rimangono posizioni divergenti su cui continueremo a batterci". 
"Sicuramente - concludono gli esponenti Idv - dalla prima commissione esce una proposta di risoluzione equilibrata e in grado di prefigurare una regione più attrezzata a fronteggiare la grave crisi economica che sta investendo anche l'Umbria. Il riformismo che Idv intende affermare passa attraverso proposte concrete e costruttive, capaci di inserire elementi di discontinuità nelle politiche regionali".

Perugia, 17 febbraio 2011
Il Dirigente della Regione Umbria, mi ha confermato che:

1) Per il riconoscimento del beneficio fiscale, occorre che la Attestazione di Storicità si ottenga entro il mese di scadenza del pagamento della Tassa di Possesso (vedi mio precedente post);

2) Per tutte quelle moto inserite nell'Elenco della F.M.I. con il nome commerciale differente da quello riscontrabile nella carta di circolazione, la Regione Umbria si farà carico della validazione da parte della stessa F.M.I.;

3) Possono accedere alla funzione di Centro Specializzato solo persone giuridiche.


Ciao a tutti.
dario di bello -
dariodibello@dottorini.comDGR 1697 del 29.11.2010.jpg
Il capogruppo regionale dell'Italia dei Valori Oliviero Dottorini ha partecipato questo pomeriggio all'iniziativa "Se non ora, quando?" che si è svolta davanti al municipio di Città di Castello. 


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Guarda tutte le immagini della manifestazione

 "Questa manifestazione - ha detto Dottorini - ci dà una grande lezione di libertà e di dignità. E' la risposta responsabile delle persone che credono ancora nell'Italia dei giusti e degli onesti contro chi identifica i propri affari, le proprie voglie e la propria impunità con gli interessi del Paese. Ci riempie di soddisfazione constatare che la nostra comunità ha in sè gli anticorpi per immaginare una rinascita democratica e solidale dell'Italia. Il fatto che tutto sia nato dall'iniziativa auto organizzata delle donne conferisce a questa manifestazione la forza di uno schiaffo a un potere arrogante ed eversivo".
"Erano anni, forse decenni, che la società civile di Città di Castello non rispondeva in maniera così forte e determinata a una manifestazione pubblica, scendendo in piazza in modo spontaneo e compatto. I nostri complimenti vanno alle organizzatrici e a coloro che hanno deciso di spendere la propria domenica per la democrazia e per affermare un'altra idea dei rapporti tra donne e uomini".

Perugia, 13 febbraio 2011
Gesenu è intervenuta questa mattina per dire che l'inceneritore "al momento è un costo e non ci si guadagna". Brava Gesenu, se non fosse che vuole farlo comunque, magari con fondi regionali...
Di seguito la nostra risposta:


RIFIUTI. DOTTORINI (IDV): GESENU SI ACCORGE CHE L'INCENERITORE NON CONVIENE, MA VUOL FARLO LO STESSO (MAGARI CON I SOLDI DELLA REGIONE)
"Da certe società ci si attendono maggiori risultati e meno politica. Chi gestisce la raccolta differenziata non può gestire anche l'inceneritore o le discariche"
 
RIFIUTI. DOTTORINI (IDV): GESENU SI ACCORGE CHE L'INCENERITORE NON CONVIENE, MA VUOL FARLO LO STESSO (MAGARI CON I SOLDI DELLA REGIONE)

"Prima ritardano la raccolta differenziata, poi vengono a spiegarci che l'Umbria è in emergenza. E a darci la ricetta per superare l'emergenza, che ovviamente si chiama inceneritore e ampliamento delle discariche. Sarebbe opportuno che qualcuno chiedesse conto a certe società del perché il Piano dei rifiuti sta fallendo in maniera così clamorosa, magari suggerendo maggiori risultati e meno politica". Oliviero Dottorini, capogruppo Idv in Consiglio regionale, commenta con queste parole le dichiarazioni del presidente di Gesenu Graziano Antonielli in sede di audizione presso la commissione Bilancio del comune di Perugia.
"E' singolare - aggiunge Dottorini - che il presidente di una società tra le principali responsabili della gestione della raccolta differenziata in Umbria oggi venga a lamentare il fatto che siamo in emergenza e a chiedere di realizzare al più presto l'inceneritore. Non solo: quella società ci viene a dire che è disposta a farlo, ma non gli conviene. E quindi, par di capire, dovrà essere la Regione a pagare, almeno in parte. Per giunta le dimensioni dovranno essere di oltre 200mila tonnellate. Ora, su questo tema ogni opinione è preziosa, ma forse abbiamo perso qualche passaggio. Per esempio che Gesenu è una società di gestione e che è abbastanza singolare questo suo interesse verso l'inceneritore, anche perché sia il Piano che le deliberazioni consiliari sono abbastanza chiari in proposito, parlando di separazione netta tra gestori dell'impianto finale e gestori della differenziata. C'è poi da capire cosa si intende quando si afferma che l'inceneritore con la quantità di rifiuti umbri non è economicamente conveniente: si ha in mente di utilizzare anche rifiuti non umbri per farlo funzionare? O si prevede un aumento esagerato delle bollette dei cittadini per rendere economicamente sostenibile tutta la baracca? Attendiamo risposte a queste domande, magari direttamente da chi ha la responsabilità politica della gestione dei rifiuti, per esempio l'assessore regionale, e non da chi è chiamato soltanto a gestire correttamente le politiche sui rifiuti e magari a presentare (e giustificare) gli scarsi risultati raggiunti nella differenziata. A questo proposito, oltre ai costi per conferire in discarica (87 euro) e quelli per conferire all'inceneritore (100 euro), sarebbe stato interessante che il presidente di Gesenu ci avesse presentato anche i costi, o gli utili, di una seria politica di riuso, recupero e raccolta differenziata".
"Le conclusioni a cui giunge il dottor Antonielli - conclude Dottorini - sono in apparenza incomprensibili: l'inceneritore non conviene, ma va fatto. Nel frattempo vanno anche ampliate le discariche. Pietramelina, ormai una bomba ecologica, non verrà chiusa perché è come se già lo fosse. I meccanismi premianti scatteranno solo quando Gesenu sarà in grado di coprire tutto il territorio con la raccolta differenziata. Ce n'è abbastanza per fare scuola al mondo intero: costruiremmo un inceneritore che in partenza è dichiarato non conveniente, tanto che, par di capire, dovremmo prenderci carico di rifiuti non nostri per farlo funzionare. A noi preme solo ricordare che il compito di fare le scelte spetta alla politica. E sarebbe opportuno che Gesenu si preoccupasse di fare bene ciò che in altre parti d'Italia funziona a meraviglia senza scuse né ulteriori ritardi. Soprattutto sarebbe utile scegliesse cosa vuol fare da grande: se occuparsi della raccolta differenziata o dell'inceneritore".
 
Perugia, 12 febbraio 2011
 

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