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C'è un'altra Umbria: libera, concreta, di parola

Marzo 2014 Archives

"Era quanto chiedevamo. Evitato di mettere sullo stesso piano comuni inadempienti e comuni virtuosi. Ora la Giunta eviti di presentare emendamenti correttivi in aula"



"Dalla prima commissione giunge un segnale chiaro: non è possibile intervenire su materie delicate, come quella dei rifiuti, con condoni e colpi di spugna. E' molto importante che,  rispondendo a una nostra precisa e inoppugnabile richiesta, si sia deciso di eliminare la sanatoria per i comuni che nel 2012 e 2013 non hanno raggiunto i livelli previsti di raccolta differenziata. Era quanto chiedevamo e ora ci aspettiamo che il governo regionale investa senza indugi su riduzione, riuso e differenziazione senza fare sconti a quei comuni che non hanno creduto nelle politiche virtuose a favore della raccolta differenziata". Con queste parole il consigliere regionale Oliviero Dottorini (Umbria Migliore) commenta gli esiti della commissione che oggi ha approvato la manovra di Bilancio della Regione Umbria, bocciando l'articolo che prevedeva l'annullamento delle sanzioni amministrative per i comuni inadempienti sulle politiche di raccolta differenziata.
"Le premialità e le sanzioni per i comuni riguardo alla raccolta differenziata - spiega Dottorini - sono uno dei cardini del piano dei rifiuti, sono la leva che avrebbe dovuto indurre le amministrazioni comunali a politiche virtuose di riduzione, riuso e raccolta differenziata. Sarebbe stato veramente inconcepibile pensare di annullare con un colpo di spugna ogni sanzione, mettendo sullo stesso piano i comuni virtuosi e quelli inadempienti. Se a questo si aggiunge che nella manovra non è previsto neppure un euro a favore della raccolta differenziata, risulta chiaro un cambio di atteggiamento significativo e preoccupante che oggi la commissione ha voluto correggere. Per noi è fondamentale evitare di risolvere le incongruenze del Piano dei rifiuti attraverso la bacchetta magica del Combustibile solido secondario, dando ragione in questo modo a chi già da tempo sottolinea la concorrenzialità della produzione del Css con le corrette politiche di gestione dei rifiuti. Per questo saremo intransigenti nel continuare a chiedere coerenza nell'esigere dai comuni gli importi delle sanzioni così come previsto dal Piano per mettere quelle risorse, pari a circa 321mila euro, a disposizione dei comuni più efficienti e virtuosi". 
"Ora - conclude Dottorini - ci aspettiamo che la giunta, e in particolare l'assessorato all'Ambiente, sappia far tesoro di questa indicazione che riporta la discussione sui rifiuti su un piano di correttezza e coerenza. Sarebbe veramente inaccettabile una ulteriore forzatura che disattendesse le indicazioni giunte dalla prima commissione".

Perugia, 31 marzo 2014

dario di bello -

Cari amici, vi segnalo questa Passeggiata di veicoli storici per domenica 13 aprile 2014, con la collaborazione dei VESPA CLUB di Umbertide e Città di Castello.

Umb.jpg

La Passeggiata partirà dalla Città della Domenica con direzione Umbertide, per poi proseguire per Montone. Qui dopo una pausa aperitivo, si proseguirà per Città di Castello.

cdc.jpg

Sul sito potrete trovare tutte le informazioni per poter contattare direttamente i VESPA CLUB di Umbertide e Città di Castello.

 

Ciao a tutti.
dario di bello - dariodibello@dottorini.com


Oltre a turismo e commercio equo, presentati emendamenti per evitare sanatoria su rifiuti e cave: "No a colpo di spugna a favore di comuni inadempienti e cavatori"




"Questa è una finanziaria con luci ed ombre. Accanto a misure molto importanti e condivisibili, come la parziale esenzione Irap per le cooperative sociali, troviamo alcuni aspetti legati alle tematiche ambientali veramente gravi e preoccupanti. In discussione non è il nostro voto sulla manovra complessiva, che consideriamo positiva, ma sulla sanatoria per i comuni che nel 2012 e 2013 non hanno raggiunto i livelli previsti di raccolta differenziata e sulle norme a favore dei cavatori che non hanno versato i contributi ambientali contiamo che la giunta sia in grado di correggere la rotta e recepire le nostre proposte di modifica". Con queste parole il consigliere regionale Oliviero Dottorini (Umbria migliore - Idv), illustra gli emendamenti presentati in commissione relativi a cave, rifiuti, turismo e commercio equo.
"Le premialità e le sanzioni per i comuni riguardo alla raccolta differenziata sono uno dei cardini del piano dei rifiuti, sono la leva che avrebbe dovuto indurre le amministrazioni comunali a politiche virtuose di riduzione , riuso e raccolta differenziata. Ora con un colpo di spugna si prevede di annullare ogni sanzione, mettendo sullo stesso piano i comuni virtuosi e quelli inadempienti. Se a questo si aggiunge che nella manovra non è previsto neppure un euro a favore della raccolta differenziata, risulta chiaro un cambio di atteggiamento significativo e preoccupante. Non vorremmo che si pensi di risolvere le incongruenze del Piano dei rifiuti attraverso la bacchetta magica del Combustibile solido secondario, dando ragione in questo modo a chi già da tempo sottolinea la concorrenzialità della produzione del Css con le corrette politiche di gestione dei rifiuti. Per questo il nostro emendamento prevede che la Regione esiga dai comuni gli importi delle sanzioni così come previsto dal Piano e metta a disposizione quelle risorse, pari a circa 321mila euro, per premiare le politiche virtuose dei comuni più efficienti. Stesso discorso vale per le aziende estrattive. E' vero che il settore sta attraversando, al pari di altri comparti, un periodo di evidente difficoltà, ma è altrettanto vero che gli anni passati sono stati anni di grandi utili, maturati attraverso un bene messo a disposizione dalla comunità regionale a costi irrisori. Ora, pensare di sanare tutto non richiedendo il contributo ambientale previsto per legge, come vorrebbero alcuni settori della destra, o abbassando le già modeste tariffe applicate dalla Regione, a noi sembra inammissibile".
"Si tratta quindi di una manovra di bilancio che recepisce alcune nostre proposte, come quella di riduzione dell'Irap per le cooperative sociali di tipo 'A', ma che contiene delle criticità, sopratutto nel settore ambientale, alle quali abbiamo cercato di porre un freno con la presentazione del nostro pacchetto di emendamenti. Su rifiuti e cave siamo di fronte al rischio di un vero e proprio condono, non ammissibile sia in termini economici che ambientali". 

Perugia, 27 marzo 2014

Leggi il bilancio della Regione Umbria:

  • BILANCIO DI PREVISIONE ANNUALE PER L'ESERCIZIO FINANZIARIO 2014 E BILANCIO PLURIENNALE 2014/2016

  • LEGGE FINANZIARIA REGIONALE 2014 - DISPOSIZIONI PER LA FORMAZIONE DEL BILANCIO ANNUALE DI PREVISIONE 2014 E DEL BILANCIO PLURIENNALE 2014/2016

  • DISPOSIZIONI COLLEGATE ALLA MANOVRA DI BILANCIO 2014 IN MATERIA DI ENTRATE E DI SPESE - MODIFICAZIONI ED INTEGRAZIONI DI LEGGI REGIONALI
Leggi i nostri emendamenti:

  • EMENDAMENTI SU CAVE, RIFIUTI E TURISMO 
  • EMENDAMENTI ALLA FINANZIARIA SU COMMERCIO EQUO E SOLIDALE
"Agricoltura di qualità opportunità di cambiamento sostenibile, duraturo e non imitabile. Ora regolamento attuativo per partire con misure e azioni concrete"

AGRICOLTURA. DOTTORINI: TERRE INUTILIZZATE A GIOVANI AGRICOLTORI E DISOCCUPATI: VIA LIBERA ALLA LEGGE DA' SPERANZA ALL'UMBRIA MIGLIORE

"Con il voto di oggi si da il via in Umbria all'accesso di giovani e disoccupati all'agricoltura, attraverso l'assegnazione di terre e beni pubblici inutilizzati o in abbandono. La legge appena approvata consente di concedere i terreni pubblici a giovani agricoltori,  disoccupati e soggetti in difficoltà che vogliano contribuire a renderli produttivi, privilegiando chi fa agricoltura sociale e chi punta su biologico e filiera corta. Sono troppi i beni immobili abbandonati di proprietà della Regione o di altri enti pubblici, alcuni dei quali già ristrutturati in seguito a ingenti investimenti. Non possiamo consentire che vengano ancora lasciati al degrado e all'incuria". Con queste parole il consigliere regionale Oliviero Dottorini, presidente di Umbria migliore, commenta l'approvazione definitiva da parte del Consiglio regionale della proposta di legge Dottorini-Stufara-Barberini-Galanello concernente "Disposizione per favorire l'accesso dei giovani all'agricoltura e contenere il consumo di suoli agricoli", testo che scaturisce dall'unificazione di due proposte dello stesso Dottorini sulle terre ai giovani e sulla possibilità di lavorazione e vendita diretta per le piccole aziende a conduzione familiare con la proposta dei consiglieri Stufara, Galanello e Barberini.  
"Sin dal primo momento ho creduto nella proposta avanzata da Sel e rielaborata da numerose associazioni. Oggi è per me motivo di grande soddisfazione poter commentare l'esito positivo di questo testo che ritengo molto rigoroso e innovativo. Si tratta - continua Dottorini - di un provvedimento con il duplice obiettivo di recuperare terreni o beni immobili a vocazione agricola, attualmente inutilizzati o in abbandono, e di offrire opportunità lavorative e imprenditoriali al grande numero di giovani agricoltori che incontrano avversità spesso insormontabili nell'avviare la propria attività o nell'inserirsi nel mondo del lavoro. Tra i destinatari sono ricompresi anche soggetti svantaggiati, disoccupati e cooperative sociali, con priorità a chi pratica agricoltura biologica e sostenibile, valorizzando la tutela del territorio e le filiere corte. L'Umbria ha un'alta quantità di terre pubbliche e beni immobili a vocazione agricola inutilizzati. I dati indicano tra l'altro che il calo della superficie agricola utilizzata in Umbria è più accentuato rispetto alla media nazionale e che si registra una diminuzione delle aziende agricole, che dal 1982 al 2010 è stata di circa 22.500 unità, delle quali più di due terzi, 15.542, sono state chiuse dal 2000 al 2010. D'altro lato in Umbria l'incidenza dei giovani conduttori di imprese agricole sul totale si attesta appena al 4,4 per cento. Non si può quindi attendere oltre se vogliamo valorizzare il patrimonio pubblico e allo stesso tempo rilanciare un settore, quello agricolo, di vitale importanza per la nostra economia, ma anche per la tutela dell'ambiente e del nostro paesaggio".
"Adesso - aggiunge Dottorini - seguiremo con la massima attenzione la stesura del regolamento di attuazione della legge e terremo costantemente informati tutti quei cittadini che in questi mesi hanno manifestato interesse e apprezzamento per la proposta. È veramente triste, oltre che incomprensibile, assistere al degrado e all'abbandono del patrimonio pubblico quando tante persone potrebbero trasformarlo in una risorsa produttiva e utile per la collettività. Da questo punto di vista credo che oggi l'aula di Palazzo Cesaroni abbia dato un segnale di fiducia ed equità ai giovani umbri che vedono nell'agricoltura di qualità una via possibile per il futuro sostenibile della nostra Regione". 

Perugia, 25 marzo 2014

Scarica l'intervento in aula

Scarica il testo definitivo della legge

dario di bello -

ACILOGO.JPGEcco cosa c'è in rete,
un bell'articolo di Alessandro Da Rold sull'ACI !

C'è da notare che in effetti l'ACI "sopravvive" grazie al PRA
, al quale sia se compriamo un veicolo nuovo o usato che sia, dobbiamo pagare il pedaggio.

Ma visto che il mercato del "nuovo" è quasi fermo così come quello dell'usato, l'ACI sta ovviamente "incassando" meno e per questo motivo, vuole entrare a tutti i costi nel "giro" delle auto storiche, perché ha bisogno di nuove ri$or$e e quindi vorrebbe "mangiare" anche a questo tavolo.

Questo è un mio articolo di qualche mese fa sempre sull'ACI, d'altronde con altre "personcine" la differenza è solo di una €on$onante...
ACI 290 milioni di euro nel 2012

Buona lettura e non schifatevi per tutto questo !

dario di bello -

P.S. Ai soliti sbianchettatori, auguro una buona lettura e prendetevi anche questo articolo che è già "pulito", tutto per voi !
http://www.linkiesta.it/aci-soccorso-stradale



Aci, l'ente in rosso che sopravvive con la burocrazia


La spending review lo bollava come doppione e la Corte dei conti ha acceso un faro sulla gestione.

Persino Papa Francesco ha ringraziato l'Aci, Automobile Club d'Italia, per il telegramma di congratulazioni che il presidente Angelo Sticchi Damiani gli inviò dopo l'elezione in Vaticano all'inizio di aprile. Del resto «Divina Provvidenza ed Alto Spirito Santo» sembrano non mancare al gigantesco ente pubblico più simile a un ministero che a un'istituzione virtuosa, con in pancia più di 4mila dipendenti, 106 sedi distaccate sul territorio e altre 136 società collegate, una decina di partecipazioni in altrettante controllate, un giro d'affari da due miliardi di euro, tra gestione del Gran Premio di Monza e il Pra, (Pubblico registo automobilistico).

Soprattutto ci sono una moltitudine di problematiche, tra conti in rosso da almeno sei anni, assalti alla diligenza da parte dei partiti (vedi la nomina di Geronimo La Russa, figlio dell'ex-ministro della Difesa Ignazio, in Aci Milano, ndr), stipendi stellari per i dirigenti, alcune AA.CC. (sedi provinciali, ndr) che non hanno presentato nel 2012 il bilancio e si sarebbero verificati persino casi di gestione di attività privatistica, vietata dalla legge.

L'anno scorso è stata la Corte dei Conti a fare le pulci all'ente, per «Irregolarità nella presentazione dei dati contabili (scarica la delibera della Corte dei Conti), risultati d'esercizio in peggioramento e incremento delle perdite». Una fotografia impietosa a cui non è corrisposta alcun tipo di riforma del governo di Mario Monti. Anzi, i tecnici hanno pensato bene di aumentare del 30% le spese per le pratiche auto sulle spalle di cittadini e imprese (+15 milioni di euro in totale), così da far entrare nelle casse del Pra 30 milioni di euro aggiuntivi. Quello che sembrerebbe un «aiuto per mantenere in piedi la baracca» avrebbero certificato gli addetti ai lavori. O meglio, l'esecutivo guidato da Mario Monti ha di fatto ripianato il passivo del 2012 così che, pur verificandosi una crisi del mercato dell'auto che vede un numero minore di immatricolazioni, è corrisposto comunque un netto aumento delle entrate.

Ma basterà aumentare il prezzo della burocrazia per far sopravvivere l'Aci ?
Di fatto, l'anno scorso, per la prima volta, la Corte dei Conti ha certificato come proprio il Pra costituisca la parte «preponderante» dell'intera attività di Aci: le entrate del registro finanziano i due terzi dell'attività. Il sistema Pra è costato agli automobilisti italiani, nel 2011, oltre 500 milioni di euro tra diritti, imposte di bollo e il cosiddetto «aggio provinciale» o Ipt.

Va anche ricordato che il Pra altro non è che un doppione dell'archivio della Motorizzazione. La Commissione Tecnica Ministeriale per la Spending Review nel 2008 aveva sottolineato questa sovrapposizione «sottolineando la grande opportunità di risparmi strutturali e semplificazioni procedurali con il loro accorpamento», ma tutto è rimasto inalterato. E al contempo Monti non ha lesinato un aiuto, anche se Aci si difende ritenendo che le tariffe erano ferme da molti anni.

L'azione del vecchio governo è stato grosso modo questo. Nel 2012 Aci ha avuto una perdita di esercizio di 28,7 milioni di euro e un debito di 34,5 milioni. L'anno scorso sono state immatricolate meno automobili, con una previsione per il 2013 di un'ulteriore diminuzione del 20% (-13% nel primo trimestre). Nonostante la crisi, gli aumenti introdotti dal precedente esecutivo (circa 7 euro a pratica, ndr) produrranno benefici sul bilancio per 40 milioni di euro, ripianando così il buco.

Ma, a parte il tamponamento «montiano», è il sistema Aci nel suo complesso a fare acqua da tutte le parti. A denunciarlo sono i sindacati interni che inviano lettere ai vertici raccontando dei presunti sperperi di denaro pubblico. I soci poi sono poco più di un milione (nel 2010 i soci erano 1.100.122  ma solo 690.000 ricevono la rivista mensile l'Automobile, ndr) e rappresentano appena il 2,5% degli automobilisti italiani.

Poi ci sono i costi relativi ai dirigenti. In una fotografia dello scorso anno fatta dal personale di Aci veniva evidenziato come non fosse «neppure calcolabile» il numero preciso dei dipendenti dell'ente. Il dato indicativo è di 4mila, a cui aggiungere il buco relativo alle sedi territoriali dove «risultano essere impiegati mediamente 3 dipendenti in ognuno (con una variabilità che va da un minimo di 0 ad un massimo di 20), comprensivi pure di dirigenti». Un altro aspetto che ha dell'incredibile riguarda Aci Informatica, controllata dell'Automobile Club, dove i dirigenti guadagnano più di quelli del Ministero delle Finanze.

Salari_ACI.jpg
A parte il presidente Sticchi, su cui pende una sentenza della Corte dei Conti per danni arrecati proprio all'Aci prima di assumerne la guida e che è già stata oggetto di un'interrogazione parlamentare lo scorso anno, ci sono casi relativi a singoli dirigenti Aci. Ad esempio, Alessandro Cocconcelli, Guido Del Bue e Giovanna Basile, come ha ricordato anche il Fatto Quotidiano in un articolo dello scorso marzo, vantano insieme più di 116 incarichi in aziende e società pubbliche: vale la pena aggiungere che la dottoressa Basile è anche moglie del presidente dell'Inps Antonio Mastropasqua.

Che i rilievi della Corte dei Conti  abbiano avuto un effetto minimo sulla gestione dell'Aci, lo testimonia poi un'ultima iniziativa dell'ente pubblico. Nel febbraio del 2013 è stato proposto un accordo istituzionale con lo Stato di Santa Caterina in Brasile. Obiettivo: creare nuove scuole guida e migliorare il sistema viabilistico brasiliano. Un modo, insomma, per vendere servizi Aci all'estero. Del resto, sul budget del 2013 l'Automobile Club mette come voce di entrata 133mila euro riconosciuti  dalla regione Lazio per la gestione del centro infomobilità «Luce Verde». Peccato che, se non ci fosse il Pra, le saracinesche sarebbero già vicine alla chiusura.


Bozza_ACI_Brasile.png





























"Tariffe aumentate del 7,3 per cento. Cresce anche la dispersione idrica, che rimane superiore alla media nazionale. Giunta intervenga su Ati e gestori, agire per gestione pubblica"

SERVIZIO IDRICO. DOTTORINI:

"Cresce ancora il costo del servizio idrico in Umbria. Secondo il nuovo rapporto di Cittadinanzattiva per l'anno 2013 le tariffe per l'acqua pubblica nella nostra Regione sono aumentate in media del 7,3 per cento, passando dai 392 euro del 2012 ai 421 del 2013 facendo così registrare il terzo posto nel triste primato delle regioni con il più alto costo dell'acqua pubblica per i cittadini. Il dato peggiora ulteriormente se confrontato con quello del 2007 quando il costo a carico dei cittadini era inferiore del 45,2 per cento". Con queste parole il consigliere regionale Oliviero Dottorini, presidente di Umbria migliore, commenta il dossier annuale dell'Osservatorio Prezzi e Tariffe di Cittadinanzattiva per il 2013.
"Sempre stando al rapporto di Cittadinanzattiva - continua Dottorini - salta subito all'occhio il dato relativo alla dispersione di rete, che nel 2013 in Umbria avrebbe raggiunto il 39 per cento, ponendo la nostra regione al di sopra della media nazionale del 33 per cento e con un aumento di due punti percentuali sul 2012. Questo nonostante gli investimenti (circa 12 milioni di euro negli ultimi anni) e le azioni messe in campo dalla Giunta regionale. Se è vero, come ci ha detto lo scorso dicembre l'Assessore che l'Umbria negli ultimi anni ha realizzato interventi strutturali enormi quali il rinnovamento di otto sistemi acquedottistici, tra cui Montedoglio, la Pasquarella e il lago Trasimeno e Bastia, non si capisce come mai continui ad aumentare il dato della dispersione idrica".
"Adesso - conclude Dottorini - ci aspettiamo azioni conseguenti e un intervento su Ati e aziende di gestione da parte dell'assessorato all'Ambiente. Non si può continuare a sbandierare l'eliminazione dalle bollette della quota del 7 per cento per la remunerazione del capitale, se poi i risultati sono questi. L'idea di avviare un serio studio di fattibilità al fine di garantire agli umbri una gestione pubblica e partecipata dell'intero servizio idrico appare sempre più fondata. Altrimenti, almeno a leggere i dati, tutto finisce per rimanere nel novero delle buone intenzioni o delle scaltre enunciazioni".

Perugia, 21 marzo 2014
Marchio "slot-free" e agevolazioni per i locali virtuosi, numero verde e ruolo del volontariato al centro della proposta. Inoltre divieto di pubblicità e limiti alle sale gioco 

LUDOPATIA. DOTTORINI SOLLECITA APPROVAZIONE LEGGE PER CONTRASTO DIPENDENZA DA GIOCO D'AZZARDO: COSA ASPETTIAMO AD INTERVENIRE?

"Il gioco d'azzardo si sta trasformando in una vera emergenza sociale anche nella nostra regione. Per questo è urgente intervenire con tutti gli strumenti a nostra disposizione per promuovere iniziative di contrasto, prevenzione e riduzione del rischio di dipendenza rispetto a un fenomeno che anche in Umbria appare in dilagante ascesa. Non possiamo più assistere inermi a un fenomeno che apre le porte alla criminalità organizzata e trascina molte persone in un circolo vizioso con gravi conseguenze personali e sociali". Con queste parole il presidente di Umbria Migliore, Oliviero Dottorini (Idv), torna sollecitare la trattazione della sua  proposta di legge, ormai depositata da tempo, "per il contrasto della devianza da gioco d'azzardo patologico".
"I dati più recenti - continua Dottorini- ci dicono che in Umbria si giocano circa 2 milioni di euro al giorno negli oltre 4mila apparecchi installati nei vari locali. Appare in grande crescita inoltre il numero di persone seguite dai servizi sociali proprio per problemi legati alla ludopatia. Il diluvio di lotterie, gratta e vinci, scommesse, slot machine e poker on line sembra incidere molto profondamente sul tessuto connettivo della nostra comunità regionale, andando a colpire soprattutto i più deboli e le persone in difficoltà. Per questo, oltre al divieto di pubblicità e a limiti alla collocazione delle sale da gioco consentite solo a una precisa distanza da istituti scolastici o centri giovanili, la nostra proposta di legge prevede l'attivazione di un numero verde regionale e la creazione di un marchio etico 'slot-free' da esporre presso gli esercizi dei locali pubblici che rinunciano alla istallazione di apparecchi da gioco, con misure premianti nei bandi e agevolazioni fiscali sulla quota Irap regionale. Facendo tesoro delle sollecitazioni giunte dal mondo dell'associazionismo, il nostro testo tende a mettere in rete, nell'ottica della sussidiarietà, molteplici soggetti, a cominciare dalle realtà del volontariato e del privato sociale. Prevenzione e formazione di operatori, educatori, genitori e gestori di locali e sale giochi sono al centro di una proposta che prevede la possibilità per la Regione di attivare collaborazioni con le associazioni di volontariato, anche con la concessione di contributi, per progetti integrati con i servizi socio-sanitari territoriali. Viene prevista inoltre l'istituzione di un Osservatorio regionale sulla dipendenza comportamentale da gioco d'azzardo per monitorare gli effetti del fenomeno in tutte le sue componenti".
"In questo momento di grave difficoltà economica - spiega il presidente di Umbria Migliore - il miraggio di una ricchezza facile e immediata colpisce soprattutto giovani, disoccupati, pensionati e famiglie che non riescono ad arrivare a fine mese. Di fronte a questo lo Stato si limita a incassare miliardi di euro ogni anno, senza avere alcuna considerazione dei risvolti sociali, sanitari e culturali di questo triste fenomeno e ignorando il fatto che l'azzardo rappresenta la seconda causa di indebitamento delle famiglie italiane. La nostra proposta, se approvata, potrà rappresentare uno strumento di prevenzione e contrasto anche in supplenza di uno Stato che non a torto è stato definito biscazziere e che non prende coscienza della disperazione in cui piombano i singoli e le famiglie che finiscono nella rete del gioco patologico".

Perugia, 20 marzo 2014
Ecco la registrazione integrale del question time e la copia della determina Adisu con le cifre esatte per la realizzazione della residenza universitaria. Dottorini: "Bloccare i lavori, annullare il progetto"


  • Leggi il resoconto stenografico integrale
  • Scarica la determina con tutti i numeri del progetto

"Le terre inutilizzate ai giovani agricoltori e ai soggetti svantaggiati, a iniziare da chi ha perso il lavoro. Biologico, filiera corta, agricoltura sociale e sostenibile al centro degli interventi" 

AGRICOLTURA. DOTTORINI:

"Finalmente sta giungendo al termine l'iter di approvazione della proposta di legge regionale per favorire l'accesso di giovani e disoccupati all'agricoltura, attraverso l'assegnazione di terre e beni pubblici inutilizzati o in abbandono. Sono troppi i beni immobili di proprietà della Regione o di altri enti pubblici abbandonati, alcuni dei quali già ristrutturati in seguito a ingenti investimenti. Occorre subito mettere in campo iniziative per concederli in uso a giovani agricoltori, ai disoccupati e ai soggetti in difficoltà che vogliano contribuire a valorizzarli e renderli produttivi, privilegiando chi fa agricoltura sociale e chi punta su biologico e filiera corta". Con queste parole il consigliere regionale Oliviero Dottorini, presidente di Umbria migliore, commenta l'approvazione da parte della seconda commissione di Palazzo Cesaroni della proposta di legge Dottorini-Stufara- Barberini-Galanello concernente "Disposizione per favorire l'accesso dei giovani all'agricoltura e contenere il consumo di suoli agricoli". 
"Il testo scaturisce dall'unificazione delle mie proposte sulle terre ai giovani e sulla possibilità di lavorazione e vendita diretta per le piccole aziende a conduzione familiare con la proposta dei colleghi Stufara, Galanello e Barberini. Si tratta di un provvedimento con il duplice obiettivo di recuperare terreni o beni immobili a vocazione agricola, attualmente inutilizzati o in abbandono, e di offrire opportunità lavorative e imprenditoriali al grande numero di giovani agricoltori che incontrano avversità spesso insormontabili nell'avviare la propria attività o nell'inserirsi nel mondo del lavoro. I soggetti destinatari saranno anche soggetti svantaggiati, disoccupati e cooperative sociali, con priorità a chi pratica agricoltura biologica e sostenibile, valorizzando la tutela del territorio e le filiere corte". 
"L'Umbria - spiega Dottorini - ha un'alta quantità di terre pubbliche e beni immobili a vocazione agricola inutilizzati. Secondo i dati del Demanio, solo quelle di competenza dello Stato si aggirano sui 110 ettari, ai quali bisogna aggiungere i terreni di proprietà degli enti pubblici, come Regione, Provincia e Comuni. Contemporaneamente i dati indicano che il calo della superficie agricola utilizzata in Umbria è più accentuato rispetto alla media nazionale e che si registra una diminuzione delle aziende agricole, che dal 1982 al 2010 è stata di circa 22.500 unità, delle quali più di due terzi, 15.542, sono state chiuse dal 2000 al 2010. Non si può quindi attendere oltre se vogliamo valorizzare il patrimonio pubblico e allo stesso tempo rilanciare un settore, quello agricolo, di vitale importanza per la nostra economia, ma anche per la tutela del nostro paesaggio".
"Il fatto che su questo testo non si siano registrati voti contrari in commissione, con l'opposizione che ha optato per l'astensione, è significativo e lascia ben sperare su una rapida approvazione definitiva in Aula. E' veramente triste, oltre che incomprensibile, assistere al degrado e all'abbandono del patrimonio pubblico quando tante persone potrebbero trasformarlo in una risorsa produttiva e utile per la collettività". 

Perugia, 12 marzo 2014
"Avremmo preferito l'esenzione totale, ma il taglio del 50 per cento è comunque un segnale forte di sostegno ad un settore dall'alto valore sociale e occupazionale"

COOPERAZIONE. DOTTORINI: LA MANOVRA DI BILANCIO ACCOGLIE LA NOSTRA PROPOSTA DI RIDUZIONE IRAP A COOP SOCIALI DI TIPO 'A'

"Da un primo esame della manovra di Bilancio balza agli occhi la scelta di recepire  almeno in parte la nostra proposta di riduzione dell'Irap per le cooperative di tipo 'A'. Lo riteniamo un atto importante che ristabilisce un criterio di equità per soggetti che stanno dimostrando capacità di risultati e azioni dall'alto valore sociale. Nonostante permangano all'interno del testo zone d'ombra specie per quanto riguarda le questioni ambientali e della gestione del ciclo dei rifiuti, il provvedimento in merito alla riduzione del 50 per cento dell'Irap per le cooperative sociali resta un segnale forte che la Giunta dà al tessuto sociale della nostra Regione". Con queste parole Oliviero Dottorini, consigliere regionale e presidente di Umbria migliore, commenta la manovra di bilancio e le disposizioni collegate per l'Umbria che prevedono la riduzione dal 2,98 al 1,50 dell'aliquota Irap per le cooperative sociali di tipo "A". 
"Certo - precisa il presidente della commissione Bilancio - questo deve essere interpretato solo come un primo passo che ci porti infine ad allinearci alle altre regioni che hanno adottato l'esenzione totale per questa tipologia di cooperative. Ma sarebbe ingiusto non riconoscere lo sforzo che l'esecutivo ha messo in atto per rispondere a quanto introdotto nel Dap 2014 attraverso la nostra proposta emendativa. Attualmente - ricorda Dottorini - sono presenti in Umbria 98 cooperative sociali di topo 'A' che svolgono prevalentemente servizi di assistenza sociali e di istruzione. Dati aggiornati al 2011 ci dicono che nella nostra regione queste tipologie di cooperative consentono l'occupazione a circa 6.800 persone, in gran parte donne, giovani e over 45, con un incremento del 77 per cento rispetto a dieci anni prima. Riteniamo importante l'accoglimento della nostra proposta e siamo certi che vada nella giusta direzione per appianare lo svantaggio competitivo che le cooperative umbre dal 2009, data nella quale la Regione ha reintrodotto l'imposizione Irap, hanno dovuto affrontare sulle concorrenti extraregionali. Com'è noto, in Italia già dieci regioni hanno previsto l'esenzione totale dal pagamento dell'irap per le cooperative sociali di tipo A. È evidente lo squilibrio che viene a crearsi nel momento in cui le nostre imprese si trovano a dover competere su gare d'appalto con altre cooperative sociali che, avendo sede in altre regioni e godendo dell'esenzione, hanno minori costi del lavoro e possono fare offerte al ribasso".
"Avremmo preferito che le Giunta accogliesse l'esenzione totale - conclude Dottorini - ma la nostra proposta recepita nel collegato è un segnale forte da parte della Regione al  mondo della cooperazione sociale, settore da sostenere soprattutto alla luce della riduzione delle risorse pubbliche destinate alle politiche di welfare e del progressivo allungarsi dei tempi medi di pagamento da parte della pubblica amministrazione".
 
Perugia, 12 marzo 2014
 

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