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C'è un'altra Umbria: libera, concreta, di parola

Agosto 2014 Archives

"Rapporto 2013 sui rifiuti urbani fatto di luci e ombre. Buone performance di alcuni Comuni, ma rimangono le disparità fra gli Ati e scarse percentuali di recupero. Puntare decisi su tariffazione puntale e rifiuti zero"

RIFIUTI. DOTTORINI:

"Dai numeri del Rapporto 2013 emerge una situazione in chiaroscuro. L'aumento della differenziata fa ben sperare, ma il ritardo da colmare sugli obiettivi posti dal Piano è ancora grande. Il dato regionale del 48,5 per cento di raccolta differenziata supera di 4 punti quello dell'anno precedente, ma gli obiettivi posti per il 2010 e 2012 sono ancora lontanissimi e c'è molta strada da percorrere per toccare quota 65 per cento entro il 2015. Aver scelto di tagliare definitivamente i fondi per la differenziata e di condonare i comuni inadempienti in materia appare come sintomo di un disarmo nella direzione di una corretta gestione del ciclo integrato dei rifiuti". Con queste parole Oliviero Dottorini, consigliere regionale e presidente dell'associazione Umbria Migliore, commenta i dati pubblicati dall'Arpa (Agenzia regionale per la protezione ambientale) nel Rapporto 2013 sui rifiuti urbani e rende pubblica la classifica dei comuni virtuosi e di quelli inadempienti in materia di raccolta differenziata e produzione di rifiuti.
"Salutiamo con favore la conferma del trend negativo nella quantità di rifiuti prodotti - spiega Dottorini -, ma c'è da costatare con qualche preoccupazione che la media pro capite rimane ancora al di sopra del dato nazionale ed europeo. Inoltre, se è vero che alcuni comuni, come Umbertide, Todi, e Bastia Umbra, fanno registrare eccellenti performance compiendo uno scatto di almeno 10 punti sull'anno precedente e superando il 60 per cento di rifiuti raccolti in maniera differenziata, destano forte preoccupazione le percentuali di Amelia e Spoleto e le disparità fra gli Ati meridionali e settentrionali della regione. Al quadro si aggiungono i numeri della quantità di rifiuti avviata a recupero. Soprattutto sugli ingombranti e su quelli derivanti dallo spazzamento stradale rimangono molte zone d'ombra. Infatti anche quando vengono raccolti in modo "selettivo", non sono pienamente avviati a recupero secondo le effettive potenzialità e vengono quindi indirizzati alla discarica". 
"E' opportuno infine fare chiarezza su quale programmazione si vuole sviluppare nei prossimi anni. Senza estensione della raccolta domiciliare e senza la tariffazione puntuale sarà difficile raggiungere i risultati previsti. Il fatto che sia siano tagliati in maniera drastica e definitiva i fondi a favore delle politiche virtuose di differenziazione e che si sia decisa la sanatoria per i comuni inadempienti in materia di raccolta differenziata la dice lunga sull'orientamento dell'assessorato all'Ambiente. Le corrette politiche per la gestione del ciclo dei rifiuti rischiano di essere minate definitivamente da una indiscriminata possibilità di produrre Combustibile solido secondario (Css), rendendo sconveniente investire sulla raccolta differenziata. Pertanto i positivi risultati di territori come l'umbertidese, che ha raggiunto il 72 per cento di differenziata estendendo la raccolta differenziata su tutto il territorio, difficilmente saranno valorizzati, così come non esisteranno incentivi a alla realizzazione di una tariffazione puntuale che premi direttamente i cittadini virtuosi alleggerendo il carico della loro bolletta. E' necessario che il prossimo Piano dei rifiuti sciolga queste ambiguità e punti con decisione sulle filiere del recupero, sulla raccolta domiciliare e sulla strategia rifiuti zero. Riduzione, riuso, differenziazione spinta, tariffazioni puntuali e incentivi per i comuni più virtuosi restano al centro di ogni politica virtuosa di gestione dei rifiuti. Sarebbe un errore se si pensasse di risolvere un problema complesso con la bacchetta magica del Css".

Perugia, 25 agosto 2014

Scarica la tabella completa della raccolta differenziata dei comuni dell'Umbria superiori a 10mila abitanti


Il promotore della legge: "Occorre conoscere i risparmi ottenuti da una legge che in tanti ci invidiano e che in molte amministrazioni umbre è già una realtà. Singolare e preoccupante se proprio la Giunta regionale si fosse 'dimenticata' di applicarla"

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE. DOTTORINI:

"Dopo quasi dieci anni, oltre 250 progetti finanziati e portati a termine da enti pubblici e scuole della nostra regione e finanziamenti per quasi un milione di euro, è tempo di verificare se gli enti locali, in primis la Regione, hanno applicato le direttive contenute nella legge regionale sul pluralismo informatico e sul software open source. L'Umbria è stata una delle prime realtà a dotarsi du una normativa specifica e ben attuabile sull'utilizzo dei programmi a codice aperto all'interno delle pubbliche amministrazioni ed è stata presa come punto di riferimento da chi dopo di noi si è adeguato introducendo normative simili. Per questo riteniamo doveroso far conoscere ai cittadini i risultati, i risparmi ottenuti e le criticità riscontrate nell'applicazione della legge". Con queste parole il consigliere regionale Oliviero Dottorini, presidente di Umbria migliore, annuncia di aver presentato un'interrogazione alla Giunta regionale sulle risultanze dell'applicazione della legge 11 del 2006 sul pluralismo informatico che vede come promotore e primo firmatario lo stesso Dottorini, con particolare riferimento agli uffici di diretta competenza regionale.
"Ci aspettiamo che la Giunta - spiega Dottorini - venga a spiegarci cosa ne è stato dei principi contenuti nella legge e se sono stati attuati innanzitutto negli uffici di sua diretta competenza e poi in quelli degli enti locali di diretta emanazione regionale. In caso di mancata applicazione si tratterebbe di un fatto molto grave, una beffa a danno dei cittadini che chiedono coerenza, si aspettano risparmi e non ammettono più di sperperare risorse pubbliche in modo arcaico e immotivato. Grazie alla nostra legge molte amministrazioni regionali e locali in questi anni hanno provveduto a passare interamente a soluzioni di software libero sia per quanto riguarda i pacchetti Office sia per quanto riguarda gli stessi sistemi operativi, abbandonando definitivamente il dispendioso e poco performante modello Microsoft. Sarebbe singolare, oltre che preoccupante, se proprio la Giunta regionale si fosse "dimenticata" di recepire i contenuti di una legge regionale".
"È bene ricordare - aggiunge il promotore della legge - che l'articolo 5 è chiaro nel descrivere gli adempimenti dell'amministrazione regionale che 'in sede di acquisizione di programmi informatici, effettua, in relazione alle proprie esigenze, una valutazione di tipo tecnico-economico tra le diverse soluzioni disponibili sul mercato includendo sempre tra queste, ove disponibili, i programmi a codice sorgente aperto'. Per questo chiediamo di conoscere quali scelte la Giunta ha effettuato in questi dieci anni che la legge è in vigore e con quali motivazioni tecniche ed economiche sono state scelte soluzioni non Open Source e magari più dispendiose. Sappiamo per esempio - continua Dottorini - che per quanto riguarda gli uffici del Consiglio regionale la legge ha reso possibile e incentivato il passaggio dalla suite Microsoft Office al quella a codice aperto Open Office e Libre Office, realizzando in questo modo economie e risparmi che nel corso degli anni stanno ottenendo affetti tangibili e realmente riscontrabili. Si tratta di 'best practices' che gli altri enti locali dovrebbero imitare e poi condividere punti di forza e aspetti critici in modo da rendere sempre più facile implementare soluzioni Open Source economicamente vantaggiose. Oltretutto dall'aprile di quest'anno è scaduto il supporto da parte di Microsoft per il sistema operativo Windows XP e questo dovrebbe risultare in un incentivo ulteriore alla Giunta per elaborare un grande e graduale Piano regionale per la riconversione degli uffici degli enti locali da postazioni con software costoso e obsoleto a soluzioni Open Source, sicuramente più economiche e nella maggior parte dei casi più performanti e moderne".

Perugia, 21 agosto 2014

"Bene correzione di rotta avvenuta in aula. Coniugare agricoltura e sociale vuol dire opportunità di crescita per entrambi i settori"
 
WELFARE. DOTTORINI: "ACCOLTI NOSTRI EMENDAMENTI A TESTO SU AGRICOLTURA SOCIALE: REINTRODOTTO E MIGLIORATO ARTICOLO 23"

"E' un buon risultato che rende merito alle associazioni e cooperative sociali che attraverso le pratiche agricole attuano quotidianamente  programmi di riabilitazione ed inclusione. Accogliendo i nostri emendamenti il testo approvato stamattina in aula corregge una stortura macroscopica che si era creata in Commissione e  reintroduce quanto previsto dall'articolo 23: dalla possibilità di concedere alle fattorie sociali beni del patrimonio regionale alla promozione dei prodotti provenienti dalle fattorie sociali, da un'adeguata informazione rispetto all'agricoltura sociale fino all'utilizzo di prodotti nelle mense pubbliche". Con queste parole Oliviero Dottorini, consigliere regionale e presidente dell'associazione per un'Umbria Migliore, commenta l'esito del voto in aula della legge. "Nuove norme in materia di agriturismo, fattorie didattiche e agricoltura sociale".
"Sono soddisfatto di questa ulteriore correzione di rotta - prosegue il presidente di Umbria Migliore -. Già eravamo riusciti a far passare in commissione il fatto  che anche le realtà sociali che siano costituite come imprese agricole possano utilizzare l'agricoltura come strumento di riabilitazione ed inclusione sociale. Avvicinare e coniugare mondi diversi come l'agricoltura ed il sociale vuol dire creare opportunità di crescita per entrambi i settori. L'inclusione sociale e la lotta alla povertà sono fra gli obiettivi prioritari comuni a tutti i fondi strutturali europei ed anche in questo senso l'agricoltura sociale rappresenta uno strumento privilegiato per attuare le politiche comunitarie. Questa legge sarà uno strumento per sostenere concretamente la multifunzionalità delle aziende agricole e allo stesso tempo offrirà nuove opportunità alle politiche sul welfare. In Umbria ci sono esperienze virtuose che vanno sostenute ed incentivate con tutti i mezzi possibili. E' importante che la Regione si sia aperta ad ascoltare ed accogliere le istanze delle tante cooperative e imprese sociali che attraverso le pratiche agricole attuano quotidianamente  programmi di riabilitazione ed inclusione".
 
Perugia, 4 agosto 2014
 

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