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C'è un'altra Umbria: libera, concreta, di parola

Luglio 2013 Archives

Il 20 per cento della differenziata finisce in discarica, un dato doppio rispetto alle previsioni del Piano regionale. Ati inadempienti su partecipazione e valorizzazione frazioni recuperate

RIFIUTI. DOTTORINI: CONTANDO GLI SCARTI LA DIFFERENZIATA EFFETTIVA IN UMBRIA E' SOLO AL 35 PER CENTO. LA GIUNTA CORRA AI RIPARI

"E' grave che gli scarti della raccolta differenziata, destinati a finire in discarica, siano il doppio rispetto a quanto previsto dal Piano regionale dei rifiuti. Un dato che indica una discutibile qualità della raccolta attuata in Umbria e che spinge a rivedere le percentuali di differenziata raggiunte. Se al 44 per cento, esibito come la percentuale di differenziata più alta del centro Italia, si sottrae infatti il 20 per cento di scarti che finiscono in discarica, è facile verificare che in realtà la nostra regione ha raggiunto solo il 35 per cento effettivo. Difficile in questo modo stimolare veramente una filiera del recupero e del riciclo e arduo fare ipotesi realistiche sulla chiusura del ciclo". Con queste parole Oliviero Dottorini, presidente di Umbria migliore e capogruppo Idv in Consiglio regionale, commenta la risposta all'interrogazione con la quale chiedeva di conoscere la destinazione - e i relativi ricavi generati - della raccolta differenziata effettuata in Umbria.
"Volevamo sapere dalla Giunta regionale - spiega Dottorini - quante tonnellate, per ogni categoria di rifiuto differenziato, sono state vendute, a chi sono state conferite e quali ricavi abbiano generato. Dalla risposta ricevuta, oltre a prendere atto del diverso livello di trasparenza raggiunto dai singoli Ati, alcuni dei quali forniscono dati a dir poco lacunosi e che risultano essere inadempienti o in grave ritardo per quanto riguarda la partecipazione dei cittadini attraverso i comitati consultivi degli utenti previsti dalla legge regionale 11 del 2009, emerge come dato preoccupante il 20 per cento di scarti della differenziata che finiscono in discarica al pari dell'indifferenziato. Inoltre, emerge anche che non si è sviluppato un circolo virtuoso della filiera del recupero e del riciclo in grado di valorizzare i rifiuti raccolti in maniera differenziata. Si poteva stimolare il mercato di tali prodotti, mentre si è preferito appiattirsi sul conferimento ai consorzi di filiera che garantiscono ricavi minimi. Sono infatti troppo bassi - meno di 5 milioni di euro - i ricavi connessi al conferimento dei rifiuti differenziati agli impianti di recupero e non è affatto chiaro come vengano reinvestiti. Dovrebbero a nostro avviso andare ad alleggerire le bollette delle famiglie virtuose, rendendo puntuali i meccanismi di tariffazione e applicando il principio "chi meno inquina meno paga". Ma non ci risulta che questo avvenga".
"Tanta è la strada da fare - conclude Dottorini -. Occorre pertanto che la Giunta corra subito ai ripari apportando al sistema di gestione dei rifiuti quei correttivi in grado di ricondurre il livello degli scarti entro i limiti fisiologici individuati dal Piano regionale nel 10 per cento della raccolta differenziata e stimolando un mercato in grado di valorizzare i rifiuti inseriti nella filiera del riciclo. È inconcepibile inoltre che a quattro anni dall'approvazione della legge alcuni Ati siano totalmente inadempienti per quanto riguarda la partecipazione dei cittadini attraverso i comitati consultivi".

Perugia, 31 luglio 2013
Finalmente si attuano nostre proposte avanzate sul Dap 2013. Ora approvare riforma in fretta perché entri in vigore già dal 2014"



"La nostra battaglia inizia a dare frutti positivi. Credo che la scelta della Giunta sia giusta e possa rendere più equo il nostro sistema contributivo. Ora è necessario che il Consiglio regionale approvi questa riforma già dal prossimo autunno, affinché possa entrare in vigore già dal 2014". E' quanto ha dichiarato il consigliere regionale Oliviero Dottorini, presidente di Umbria migliore e capogruppo Idv, ricordando il pacchetto di emendamenti a sua firma presentati in occasione della discussione del Documento annuale di programmazione 2013 finalizzati alla rimodulazione delle aliquote Irpef a vantaggio delle fasce di reddito più basse.
"L'annuncio del provvedimento dell'esecutivo regionale - continua Dottorini - rappresenta per noi una vittoria. Finalmente si iniziano a vedere i primi risultati delle nostre proposte avanzate sul Documento annuale di programmazione. Leggeremo nel dettaglio la proposta della Giunta, ma sicuramente questo è per me un risultato incoraggiante. Mettere mano all'aliquota Irpef regionale seguendo criteri di progressività, secondo i quali chi ha di più paga di più, rappresenta un atto di equità capace di spostare la distribuzione del peso fiscale, alleggerendo le spalle delle fasce più deboli che finora hanno sostenuto quasi da sole l'impatto della crisi economica. Diciamo quindi fin da ora che se la Giunta porterà in Consiglio regionale una proposta che abbia come cardini equità, progressività e salvaguardia delle fasce più deboli, non faremo mancare il nostro appoggio convinto".

Perugia, 24 luglio 2013
dario di bello - dariodibello@dottorini.com
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Questa è la lettera da me appena spedita ad una associazione di veicoli storici che attinge puntualmente Notizie da questo sito e si fa "grande".

"Vi sarei grato se ELIMINASTE dal Vs. sito qualunque riferimento riguardante quanto è riconducibile alla mia persona ed al nostro sito.
Per la precisione sul Vs. sito c'è un link chiamato "Raccolta di pareri e sentenze" che rimanda direttamente al mio/nostro sito e  visto che siete molto preparati ed aggiornati sull'argomento, non avete alcuna alcuna necessità di linkarvi al mio/nostro sito, tanto più che questa cosa, da me personalmente riscontrata, mi disturba profondamente.

Il Vs. Presidente mi conosce molto bene e quindi fatemi la cortesia di eliminare ogni mio/nostro riferimento dal Vs. sito".
Grazie.
dario di bello


dario di bello - dariodibello@dottorini.com


"Purtroppo la protervia di amministratori locali compiacenti ha avuto la meglio e così avremo l'unico interporto senza collegamento ferroviario"

PIASTRA LOGISTICA ALTOTEVERE. DOTTORINI: SPERO IN EFFETTO POSITIVO, MA QUELLO E' UN OBBROBRIO PROGETTUALE

"Spero vivamente che la Piastra logistica possa rappresentare un volano per la ripersa economica dell'Altotevere. Mantengo tuttavia tutte le mie pesanti riserve su un progetto che non risponde ad alcuna visione strategica ed economica. Quest'opera in realtà è il simbolo della mancata coerenza e lungimiranza nel progettare il futuro urbanistico, viario ed economico della nostra vallata. Si tratta dell'unico centro intermodale senza collegamento ferroviario, privo quindi della caratteristica principale che un'opera come questa deve avere, vale a dire l'interscambio di merci almeno tra ferro e gomma". Con queste parole Oliviero Dottorini, presidente di Umbria migliore e capogruppo Idv in Consiglio regionale interviene sulla presentazione del progetto della piattaforma logistica dell'Altotevere che considera "un obbrobrio progettuale".
"A tempo debito - ricorda Dottorini - avevamo proposto il posizionamento della piastra logistica in modo da poter intersecare la linea ferroviaria e da sfruttare tutti gli assi di comunicazione per il trasporto delle merci. Purtroppo la protervia di amministratori locali compiacenti ha avuto la meglio, riuscendo a posizionare l'opera a cavallo di due comuni, in area agricola di pregio e senza la possibilità di intersecare la ferrovia. Un capolavoro amministrativo. Tra le altre cose appare evidente che il posizionamento irrazionale dell'opera è in qualche modo la giustificazione al tracciato scelto a suo tempo per la E78, altro progetto calato sulla testa di cittadini e comitati che in più occasioni hanno proposto soluzioni alternative, meno impattanti ed economicamente sostenibili. Il fatto che l'opera altotiberina goda di finanziamenti ridicoli rispetto alle analoghe di Foligno e Terni (16 milioni contro i 39 delle altre due) e che sia l'unica senza collegamento ferroviari è solo sintomatico della subalternità dell'Altotevere rispetto ad altri comprensori regionali".
"Sarebbe interessante - aggiunge Dottorini - conoscere a quale visione d'insieme corrisponda la politica infrastrutturale del Comune e della Regione perché a tutt'oggi è impossibile individuarne un senso attraverso gli strumenti della razionalità e del buon senso. L'attuale collocazione della piattaforma logistica, quando erano disponibili terreni industriali più ampi, già compromessi e a ridosso della linea ferroviaria, risponde a una mancanza di pianificazione che i nostri cittadini e il nostro territorio si troveranno ad  affrontare negli anni a venire".

Perugia, 17 luglio 2013

La terra ai giovani - Intervento Corriere dell'Umbria

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Di seguito pubblichiamo l'intervento di Oliviero Dottorini, presidente di Umbria migliore e Consigliere regionale, in merito alla proposta di legge regionale "DISPOSIZIONI PER FAVORIRE L'ACCESSO DEI GIOVANI ALL'AGRICOLTURA E CONTENERE IL CONSUMO DI SUOLI AGRICOLI": 



Scarica l'articolo in Pdf
"Le opere di Burri siano patrimonio dell'intera città e non di una cerchia ristretta e autoreferenziale formata negli anni dalle stesse persone"




"Evidentemente è forte la volontà o la necessità di mantenere il controllo su una Fondazione che invece avrebbe bisogno di più trasparenza e di una diversa capacità d'azione. L'aver scelto di blindare, da parte del Sindaco e della maggioranza che governa la città, gli stessi nomi, le stesse facce e le stesse pratiche è segno che non c'è alcuna volontà di aprire al cambiamento ed è la conferma che la Fondazione Burri è di fondamentale importanza più per gli equilibri di potere locale che per la valorizzazione culturale e turistica della città". Con queste parole Oliviero Dottorini, capogruppo Idv in Consiglio regionale e presidente dell'associazione Umbria migliore, commenta le nomine che il Consiglio comunale di Città di Castello ha votato a colpi di maggioranza in seno alla fondazione Burri.
"La Fondazione - continua Dottorini - gestisce opere alienabili stimate in circa 150 milioni di euro, immobilizzazioni finanziarie per circa 8 milioni di euro, terreni e fabbricati per oltre 5 milioni di euro. A fronte dei costi troviamo la considerevole cifra di 315 mila euro per i servizi, una passività per quanto riguarda la causa con la vedova Burri di circa 13 milioni di euro, parcelle per avvocati che arrivano alla cifra di 900mila euro complessivi e una perdita netta di esercizio che nel 2011 si aggirava sui 236mila euro e che nel preventivo 2012 ammontava a quasi 177mila euro. Da queste cifre si può intuire quale possa essere la posta in gioco e da qui deriva la necessità che la gestione di un patrimonio così importante non venga lasciato nelle mani di una cerchia ristretta e autoreferenziale. Avere scelto di confermare chi da troppo tempo gestisce questo enorme patrimonio culturale ed artistico è il sintomo più evidente di una volontà di chiusura che poco ha a che fare con la tutela e la valorizzazione delle opere del maestro Burri, che dovrebbero essere patrimonio dell'intera città e non gestite dai soliti noti".
"Alberto Burri - dice Dottorini - è ormai parte a pieno titolo della storia dell'arte internazionale. Avrebbe potuto lasciare le sue opere a qualsiasi museo internazionale, da New York a Los Angeles, da Londra a Parigi. Se ha voluto donare la sua opera e realizzare due musei proprio a Città di Castello, è stato per connotare l'origine sua e del suo impegno artistico. Grava quindi sulla città una responsabilità grande che dovrebbe essere  interpretata con altrettanta generosità, sapendo individuare modalità di valorizzazione adeguate e facendo in modo che l'artista diventi patrimonio di tutti, non solo di una ristretta cerchia di adepti. C'è un'esigenza di trasparenza e apertura della struttura chiamata a tutelare l'immagine e il diritto d'autore del Maestro, che deve essere accompagnata da una progettualità ambiziosa. Figure dalla caratura nazionale e internazionale che siedono negli organi direttivi dovrebbero reagire alla stagnante opera di conservazione che sta caratterizzando la stessa Fondazione. Certo, le nomine appena effettuate dall'amministrazione comunale rendono questo percorso ancora più difficile".

Perugia, 9 luglio 2013

dario di bello -

E siamo a quota 60 Sentenze favorevoli al contribuente che non si vuole iscrivere all'asi (clicca qui).

Mi scuso con tutti i miei amici se all'interno delle Sentenze c'è quell'odiosa scritta "" che non consente una agevole lettura, ma ci sono i soliti sbianchettatori padovani e triestini che attingono ogni sorta di documento dal mio sito. A mali estremi estremi rimedi.

Giustizia.jpgQui potete leggere le 3 nuove Sentenze:

60) CTP Ancona 2013;
59)
CTP Roma 2013;
58) CTP Genova 2013;

Ciao a tutti.
dario di bello - 

 

 



(Acs) Perugia, 5 luglio 2013 - Una proposta di legge che incrocia l'esigenza di salvaguardia e recupero dei numerosi terreni e immobili agricoli, sia pubblici che privati, che attualmente non sono utilizzati, con l'esigenza  di offrire opportunità lavorative e imprenditoriali al grande numero di giovani agricoltori che incontrano difficoltà spesso insormontabili nell'avviare la propria attività: è stata presentata stamani, a Palazzo Cesaroni, in una conferenza stampa alla quale hanno preso parte il proponente Oliviero Dottorini, presidente Umbria migliore, ed i partner che la stanno promuovendo su buona parte del territorio nazionale (già presentata in Liguria, Lazio, Puglia e Sardegna), ovvero l'Associazione italiana agricoltura biologica, la Cia e il Partito Sinistra ecologia e libertà, che nell'Assemblea legislativa dell'Umbria non ha rappresentanti ma ha trovato l'appoggio del consigliere Dottorini. "Con tale proposta - ha spiegato Dottorini - si intende consentire di rendere produttivi beni immobili agricoli o a vocazione agricola, attualmente inutilizzati, assegnandoli a giovani agricoltori a condizioni agevolate.
Priorità nell'assegnazione viene riconosciuta ad attività che rivestono una particolare valenza dal punto di vista ambientale e sociale. Nel particolare si tratta di agricoltori al di sotto dei 40 anni che intendano praticare prioritariamente sistemi di produzione agricola biologica, vendere prodotti agricoli di qualità direttamente ai consumatori finali o ai gruppi di acquisto solidale, praticare l'agricoltura sociale o costituire fattorie didattiche. Un piccolo atto simbolico - ha detto - per riportare la politica con i piedi per terra e dare risposte concrete a tanti giovani agricoltori che non hanno accesso alla terra, pur essendovi tanti terreni incolti sul territorio regionale, dopo che intere generazioni sono state saltate ed è venuto a mancare il ricambio generazionale".
Entro 180 giorni dalla sua approvazione, la legge prevede che la Giunta predisponga un inventario di tutti i beni immobili agricoli o a vocazione agricola inutilizzati presenti sul territorio regionale, che sarà allegato al Programma di politica patrimoniale della Regione. Quest'ultima, con propri atti, cede in locazione ai giovani agricoltori una quota non inferiore al 50 per cento dei propri beni inseriti nell'inventario. La locazione avverrà con canoni d'affitto simbolici per i terreni marginali e poco redditizi, canone simbolico che comunque varrà per tutti i terreni per i primi 5 anni, dopo di che verrà fissato in base alla stipula di contratti agrari, quindi a canoni inferiori a quelli di mercato. Entro 6 mesi anche i Comuni provvedono a censire i propri beni immobili agricoli, pubblicandoli nell'Albo pretorio.
Sono previsti aiuti economici per i giovani agricoltori che si insediano su terre pubbliche senza aumenti della spesa pubblica regionale ma con quota del Fondo speciale per la valorizzazione del patrimonio immobiliare. Inoltre, tramite la finanziaria Gepafin, si intende agevolare l'accesso al credito dei giovani agricoltori, indispensabile anche per aderire ai programmi regionali vigenti nel Piano di sviluppo rurale.
La legge interessa anche i terreni privati abbandonati o incolti, prevedendo che entro 3 mesi dall'entrata in vigore, la Giunta provveda al rinnovo o alla costituzione delle Commissioni provinciali incaricate di individuare tali terreni. Nei dodici mesi successivi la Giunta dovrà individuare le aree agricole private suscettibili di nuova utilizzazione e i criteri per l'assegnazione e l'utilizzazione. Tale procedura è consentita dalla legge
440 del 1978, pur essendo stata poco attuata.
Alla conferenza stampa di presentazione della proposta di legge sono intervenuti Vincenzo Vizioli dell'Aiab, Fabio Barcaioli di Sel e Claudio Santi dell'associazione "Umbria migliore", di cui Dottorini è presidente, e che si propone in un ruolo di raccordo dei giovani agricoltori che intenderanno accedere alle possibilità offerte dalla stessa. Sono stati sottolineati i dati che spiegano l'esigenza di invertire un trend assai
preoccupante dell'agricoltura italiana: solo il 3,9 per cento dei conduttori agricoli ha meno di 40 anni e risultiamo essere lo stato europeo con il più basso ricambio generazionale, insieme al Portogallo. Il più alto ostacolo all'insediamento di giovani nell'agricoltura è l'elevato costo di acquisto e affitto dei terreni. In Umbria le aziende agricole sono diminuite dal 1982 al 2010 di 22mila 500 unità, delle quali più di due terzi, 15mila 542, sono state chiuse nel decennio 2000-2010. Il calo della superficie agricola utilizzata è più accentuato della media nazionale, raggiungendo il 10,8 per cento. I giovani imprenditori sotto i 35 anni sono appena il 4,42 per cento del totale (dati aggiornati al 2010).

SCHEDA RIASSUNTIVA DELLA PROPOSTA DI LEGGE "DISPOSIZIONI PER FAVORIRE L'ACCESSO DEI GIOVANI ALL'AGRICOLTURA E CONTENERE IL CONSUMO DI SUOLI AGRICOLI"
L'obiettivo della proposta di legge è duplice: consentire di rendere produttivi beni immobili agricoli o a vocazione agricola, attualmente inutilizzati, assegnandoli a giovani agricoltori a condizioni agevolate, conseguendo anche il risultato di tutelare, salvaguardare e valorizzare
terreni pubblici o privati improduttivi e a rischio di degrado ambientale. Priorità nell'assegnazione viene riconosciuta ad attività che rivestono una particolare valenza dal punto di vista ambientale e sociale. Nel particolare si tratta di agricoltori al di sotto dei 40 anni che intendano praticare prioritariamente sistemi di produzione agricola biologica, vendere prodotti agricoli di qualità direttamente ai consumatori finali o ai gruppi di acquisto solidale, praticare l'agricoltura sociale o costituire fattorie didattiche. Entro 180 giorni dalla sua approvazione, la legge prevede che la Giunta predisponga un inventario di tutti i beni immobili agricoli o a vocazione agricola inutilizzati presenti sul territorio regionale, che sarà allegato al Programma di politica patrimoniale della Regione. Quest'ultima, con propri atti, cede in locazione ai giovani agricoltori una quota non inferiore al 50 per cento dei propri beni inseriti nell'inventario. La locazione avverrà con canoni d'affitto simbolici per i terreni marginali e poco redditizi, canone simbolico che comunque varrà per tutti i terreni per i primi 5 anni, dopo di che verrà fissato in base alla stipula di contratti agrari, quindi a canoni inferiori a quelli di mercato. Entro 6 mesi anche i Comuni provvedono a censire i propri beni immobili agricoli, pubblicandoli nell'Albo pretorio. Sono previsti aiuti economici per i giovani agricoltori che si insediano su terre pubbliche senza aumenti della spesa pubblica regionale ma con quota del fondo speciale per la valorizzazione del patrimonio immobiliare. Inoltre, tramite la finanziaria Gepafin, si intende agevolare l'accesso al credito dei giovani agricoltori, indispensabile anche per aderire ai programmi regionali vigenti nel Piano di sviluppo rurale.
La legge interessa anche i terreni privati abbandonati o incolti, prevedendo che entro 3 mesi dall'entrata in vigore, la Giunta provveda al rinnovo o alla costituzione delle Commissioni provinciali incaricate di individuare tali terreni. Nei dodici mesi successivi la Giunta dovrà individuare le aree agricole private suscettibili di nuova utilizzazione e i criteri per l'assegnazione e l'utilizzazione. Tale procedura è consentita dalla legge
440 del 1978, pur essendo stata poco attuata. PG/pg 

Scarica la proposta di legge
"Una città che voglia giocare un ruolo turistico e culturale dovrebbe avere più cura dei propri tesori artistici e architettonici. Subito un Piano per la mobilità sostenibile"

CITTA' DI CASTELLO. DOTTORINI: UNA VERGOGNA AVER TRASFORMATO PIAZZA DI SOTTO IN UN POSTEGGIO
Foto di Cecilia Bruschi

"E' veramente divenuto insostenibile il degrado in cui è abbandonato il centro storico di Città di Castello. Continuare a vedere la piazza principale della città trasformata in un posteggio per auto fa veramente tristezza e la dice lunga sull'idea di città coltivata dall'attuale amministrazione comunale". E' quanto ha dichiarato il consigliere regionale Oliviero Dottorini, capogruppo Idv e presidente dell'associazione Umbria Migliore, chiedendo un intervento immediato per elaborare un piano di mobilità sostenibile per il comune di Città di Castello che preveda la giusta considerazione della pedonalità e della ciclabilità in un contesto di mobilità sostenibile. 
"Il degrado non aiuta a recuperare un rapporto tra Città di Castello e i suoi abitanti. Il fatto che luoghi storici e simbolici della città come Piazza Gabriotti siano relegati alla funzione di posteggio pubblico è quanto di più sbagliato e anacronistico si possa immaginare. Una città che intenda giocare un ruolo turistico e culturale dovrebbe avere maggiore cura dei propri tesori artistici e architettonici, se non altro per rispetto dei tifernati. In questi anni a nulla sono valsi i flashmob, i concorsi fotografici, le passeggiate in bicicletta e sono rimaste lettera morta persino le deliberazioni del Consiglio comunale sceso in campo già da anni per 'far rispettare i divieti di sosta collocati in piazza Gabriotti, dando indicazioni chiare e definitive alle forze dell'ordine'. La forza d'inerzia dell'Amministrazione comunale ha battuto ogni possibile intervento virtuoso". 
"Non è nostra intenzione - aggiunge il presidente della commissione Affari istituzionali e Bilancio di Palazzo Cesaroni - chiedere misure drastiche di chiusura totale del centro storico, ma non è più concepibile la scelta di fare di Piazza di Sotto un posteggio per autovetture. Non è pensabile di procedere ancora senza tenere conto del decoro urbano e delle esigenze di chi abita e lavora nel centro storico. Palazzo comunale, duomo, torre civica, campanile rotondo costituiscono i biglietti da visita di più alta immagine della città ed è obiettivamente intollerabile il ritardo con cui si indugia nel lasciare Piazza Gabriotti al degrado e nel non dare seguito ad alcun piano della mobilità. Lo stato in cui versano alcuni luoghi storici è il segno di una mancanza di programmazione che deve trovare un'immediata inversione di rotta. In una regione che ha il record di automobili in rapporto agli abitanti, Città di Castello, oltre ad aver concepito un tracciato ciclabile assurdo, rischia di avere il primato di città con uno dei centri storici meno tutelati dal traffico privato su gomma. Anche interventi semplici ed economicamente sostenibili, come la realizzazione di un circuito intercomunale dedicato ad associazioni cicloturistiche e amatoriali, non trovano risposte, nonostante la legge regionale 46 del 1997 consenta interventi di riqualificazione della rete viaria e per incentivare l'uso della bicicletta. Un segnale di discontinuità non è più rinviabile - conclude il presidente di Umbria Migliore - è necessario tutelare i nostri tesori artistici ed elaborare un piano per la mobilità sostenibile che ci consenta di immaginare una città moderna e in grado di rapportarsi a realtà che già da anni hanno messo in atto politiche di valorizzazione dei centri storici".

Perugia, 4 luglio 2013
 

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