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C'è un'altra Umbria: libera, concreta, di parola

Giugno 2011 Archives

"Non c'è traccia dei Piani di azione triennale. L'obiettivo del 30 per cento di acquisti pubblici ecologici è raggiungibile, basta applicare le leggi"

ACQUISTI VERDI. DOTTORINI (IDV) INTERROGA LA GIUNTA: LEGGE ANCORA INATTUATA, NONOSTANTE PROCLAMI SU GREEN ECONOMY E DAP

"La Regione deve spiegare come mai, nonostante una legge approvata nel 2008 e nonostante quanto previsto dal Documento annuale di programmazione, non stia facendo nulla per imprimere un'accelerazione agli acquisti ecologici nella pubblica amministrazione. Sarà difficile incentivare comportamenti virtuosi da parte dei cittadini, se le prime a dare cattivo esempio sono le pubbliche amministrazioni". Con queste parole il capogruppo regionale dell'Italia dei Valori, Oliviero Dottorini, annuncia di aver presentato un'interrogazione all'assessore all'Ambiente Silvano Rometti per sapere quali azioni sono state intraprese per attuare quanto previsto dalla legge regionale n. 18 del 2008 per la promozione degli acquisti pubblici ecologici e per l'introduzione di aspetti ambientali nelle procedure di acquisto di beni e servizi delle amministrazioni pubbliche, presentata dallo stesso Dottorini e approvata dal Consiglio regionale nel corso della passata legislatura.
"Sono incomprensibili i motivi per cui non si è fatto ancora nulla di quanto previsto da una legge in vigore ormai dal dicembre 2008 - aggiunge Dottorini -. Si fa un gran parlare di green economy, ma non si dà seguito a norme che hanno la finalità di ridurre gli impatti ambientali dei prodotti e servizi utilizzati dalle amministrazioni pubbliche, di ridurre il consumo di risorse naturali non rinnovabili e la produzione di rifiuti e di incentivare l'utilizzo di materiali recuperati o riciclati post-consumo. Secondo quanto previsto dalla legge - spiega Dottorini - la Regione, le province, i comuni e le aziende da questi dipendenti avrebbero dovuto approvare, entro la fine del 2009, un Piano d'azione triennale finalizzato alla definizione di un programma operativo per l'introduzione dei criteri ambientali nelle procedure d'acquisto di beni e servizi e volto a conseguire l'obiettivo di riconversione al termine del primo triennio di almeno il trenta per cento delle proprie forniture. Non ci risulta sia avvenuto, ma attendiamo smentite che giungerebbero assai gradite, visto che anche il Dap 2011 prevede esplicitamente che venga attuata una verifica sullo stato di attuazione della legge e la predisposizione di strumenti premiali rivolti agli enti locali per garantirne la piena operatività".
"L'Umbria - conclude il capogruppo Idv - ha un grande bisogno di imboccare con decisione la strada del cambiamento e della conversione ecologica della propria economia. Un grande contributo in questa direzione lo possono dare politiche che sappiano dare impulso alle fonti rinnovabili e ai comportamenti virtuosi dei cittadini e degli enti pubblici, come stabilito anche dai programmi comunitari dell'Unione europea. Raggiungere una quota del 30 per cento di acquisti ecologici non è un obiettivo impossibile, basta applicare le leggi, e l'Umbria dispone di un provvedimento all'avanguardia che aspetta solo di essere attuato".

Perugia, 30 giugno 2011
"Sbagliato continuare a puntare su cave, estrazioni e sfruttamento intensivo del territorio. Inconcepibile cava a ridosso di centri abitati, Tevere, E45 e Fcu"

PERUGIA. DOTTORINI (IDV): IPOTESI CAVA A RESINA ASSURDA E INCONCEPIBILE, NECESSARIO INNALZARE I CANONI PER CHI ESTRAE

"L'Umbria attende una svolta verso la green economy che valorizzi i beni comuni e il patrimonio ambientale e paesaggistico che costituisce uno dei pochi ancoraggi a uno sviluppo duraturo, sostenibile e non imitabile. Continuare a puntare su cave, estrazioni e sfruttamento intensivo del territorio rischia di compromettere il rapporto con risorse non rinnovabili come il suolo e con la gestione dei beni comuni". Con queste parole Oliviero Dottorini, capogruppo dell'Italia dei Valori in Consiglio regionale, prende posizione in merito all'ipotesi di realizzare una cava nella zona "Le Navi" della frazione di Resina, a ridosso del fiume Tevere, della E45 e della ferrovia Fcu.
"L'ipotesi di una nuova cava a Resina è assurda e inconcepibile - spiega Dottorini -.  Per questo siamo pronti ad intraprendere qualunque azione si renda necessaria nel momento in cui la pratica dovesse approdare in Regione. L'area Nord del comune di Perugia sta già pagando in termini ambientali un prezzo altissimo a tutta la comunità regionale: le cave presenti nel territorio, la discarica di Pietramelina e le carenze infrastrutturali hanno infatti delle conseguenze pesantissime sulla qualità della vita dei cittadini, sulle attività produttive e sulla salvaguardia del fiume Tevere. E' per questo motivo che riterremmo grave se si procedesse nell'ipotesi di ulteriore dissesto ambientale previsto per il territorio di Resina, magari attraverso un nuovo fronte di estrazione. Nel Piano regionale delle attività estrattive è esplicitamente detto che la Regione non concederà autorizzazioni per nuove cave e va di sicuro segnalato lo sforzo delle amministrazioni, in primis quella provinciale, che da anni stanno tentando una grande opera di riordino su un settore che negli anni ha provocato ferite insanabili dal punto di vista ambientale e paesaggistico. Oggi l'unica possibilità per proseguire questo tipo di attività è di ampliare o riattivare cave già esistenti, ma a quanto ci risulta il sito di Resina non ha neppure questi requisiti, non essendo segnalato neppure nell'elenco delle cave dismesse allegato al Prae dell'Umbria". 
"Si fa fatica a comprendere come si sia potuta concepire una cava a ridosso di un centro abitato e delle più importanti arterie viarie della regione - prosegue il capogruppo Idv -. La prima iniziativa da prendere è una revisione sostanziale dei canoni di concessione che in Umbria sono tra i più bassi d'Italia. Inoltre sono numerosi i casi di siti dismessi e non ripristinati che inducono tutti a procedere con cautela e a diffidare delle promesse. Occorre invece dare seguito con convinzione ai proclami sulla green-economy e indirizzarsi verso una coerente politica di sviluppo sostenibile che sia in grado di valorizzare le qualità del territorio attraverso la riqualificazione dell'agricoltura, del turismo e la tutela delle risorse idriche. Italia dei Valori, a livello regionale, provinciale e comunale, è a fianco dei cittadini che chiedono a gran voce di vedere riconosciute le proprie istanze. Siamo infatti convinti che nessuno meglio di loro conosce il territorio e le sue reali esigenze. E' per questo che ci attiveremo con tutti i mezzi democratici a disposizione per respingere questo tentativo maldestro e per garantire che ogni decisione venga presa con trasparenza e con il reale coinvolgimento della comunità locale". 

Perugia, 25 giugno 2011
Dottorini e Brutti: "Dalla I commissione esce una legge rigorosa e innovativa che introduce la valutazione dei direttori. Limitata la discrezionalità nella scelta dei primari"

MAI PIU' SANITOPOLI: L'IDV DIFENDE LA LEGGE SULLE NOMINE DI DIRETTORI E PRIMARI

"Il testo di legge uscito dalla Prima commissione è il massimo che si potesse ottenere in quanto a trasparenza, rigore e meritocrazia". La delegazione dei consiglieri regionali Idv composta dal capogruppo Dottorini e dal segretario regionale Brutti, esprime soddisfazione per il disegno di legge sulle nomine dei direttori sanitari e dei primari in procinto di approdare in aula. "Considerati i parametri normativi nazionali, purtroppo invalicabili e per nulla condivisibili, specie laddove si consente la nomina dei direttori  senza concorso pubblico, è stato comunque importante fissare parametri rigorosi e innovativi a tutela degli utenti: per la prima volta i direttori verranno valutati da un apposito organismo. Nessuno di loro potrà restare in carica più di dieci anni, mentre oggi, in teoria, una nomina poteva prolungarsi a vita. Si riduce drasticamente la discrezionalità dei direttori generali nelle nomine dei primari. Inoltre, memori della lezione di 'sanitopoli', vengono ampliati gli strumenti a disposizione della Regione per la revoca dell'incarico.
Il testo di legge - proseguono gli esponenti dell'Italia dei Valori - recepisce in sostanza le indicazioni di rigore presenti nella nostra proposta, tanto da indurci a ritirarla.
Considerati infondati i rilievi di incostituzionalità, non resta che l'approvazione in Consiglio. Il nostro auspicio e che la politica umbra recepisca l'istanza prepotente che viene dalla cittadinanza per sottrarre il sistema sanitario alle logiche spartitorie restiutuendo democrazia e trasparenza a un settore che assorbe i tre quarti delle risorse economiche a disposizione delle Regioni".

Perugia, 21 giugno 2011
Interrogazione a Cecchini e Rometti: "A tutt'oggi non vi è traccia degli interventi per i quali tali fondi erano stati erogati. Chiarezza e trasparenza per recuperare fiducia"

BETTONA. DOTTORINI (IDV): DOVE SONO FINITI I 280MILA EURO PER LA MESSA IN SICUREZZA DELLA LAGUNA? LA GIUNTA RISPONDA

"Dove sono finiti i 280mila euro che la giunta regionale ha stanziato nel marzo 2010 per porre in sicurezza la laguna di Bettona? Come mai la giunta non risponde?" Sono le domande con cui Oliviero Dottorini, capogruppo dell'Italia dei Valori in Consiglio regionale, annuncia di aver presentato un'ulteriore interrogazione agli assessori Cecchini e Rometti per sapere che fine abbiano fatto i fondi assegnati dalla Regione al Comune di Bettona per la messa in sicurezza della laguna, visto che a tutt'oggi non vi è traccia degli interventi per i quali tali fondi erano stati erogati.
"Non vorremmo fossero stati utilizzati per altri scopi - commenta Dottorini -. Le mancate risposte sull'utilizzo dei 280mila euro non contribuiscono certo a fare chiarezza, tanto più che una delibera della giunta regionale del 7 febbraio 2011 conferma che tale importo fu stanziato "per l'intervento di emergenza nel territorio di Bettona" e che dall'estate 2009 "è emersa la necessità di svuotare l'impianto che produce gas con rischio di esplosione se non opportunamente gestito" e a prendere decisioni orientate al bene della collettività. Mentre il lavoro della Magistratura va avanti e apprendiamo la notizia che è stato ammesso il rito abbreviato per gli amministratori coinvolti nel caso del depuratore di Bettona, segno di una evidente volontà di ridurre al massimo i tempi del processo, la Giunta regionale continua a traccheggiare e a non fornire risposte su una vicenda che da anni preoccupa un intero comprensorio. E' per questo motivo - conclude Dottorini - che torniamo a chiedere alla Giunta regionale di non rinviare ulteriormente il momento di fornire spiegazioni chiare ed esaustive su una vicenda che più si protrae e più diventa imbarazzante per tutti coloro che in qualche modo ne sono stati protagonisti".
"Per recuperare la fiducia della popolazione - aggiunge Dottorini - è necessario che la Regione adotti tutti i provvedimenti in grado di sgomberare il campo da equivoci. E' indispensabile coniugare le esigenze dell'economia con quelle dell'ambiente puntando con decisione sulla qualità e la tipicità dei prodotti, costruendo una filiera interamente locale, in grado di valorizzare al meglio il prodotto legato al territorio, attraverso la definizione di un piano regionale per la zootecnia sostenibile. Purtroppo però le politiche messe in atto fino ad oggi non paiono procedere in questa direzione. Lo stesso regolamento sul biogas preadottato dalla Giunta regionale non lascia ben sperare, così come non possiamo non ricordare che nella prima stesura del Dap era stato inspiegabilmente "dimenticato" di prevedere, entro il 2011, l'elaborazione di un piano regionale per la zootecnia. Per anni - conclude Dottorini - i cittadini di Bettona si sono sentiti ripetere che tutto funzionava nel pieno del rispetto delle regole e non sono bastati né gli allarmi lanciati dal comitato locale né le indagini e i sequestri che si sono susseguiti nel corso del tempo per far  cambiare il metodo di gestione ad un'amministrazione comunale che ormai da molto tempo ha palesato una evidente inadeguatezza nel gestire la situazione. Oggi pertanto, a prescindere da quelli che saranno gli esiti dell'azione giudiziaria, torniamo a chiedere alla Giunta regionale che non rinvii ulteriormente il momento di compiere scelte politiche concrete, sostenibili  e risolutive per quei territori e per l'intera zootecnia regionale".

Perugia, 18 giugno 2011 
Da marzo giace in Consiglio la mozione Idv, sottoscritta anche Fds. Regione si schieri a fianco dei cittadini. Pericoli per rischio sismico e idrogeologico

METANODOTTO SNAM. DOTTORINI (IDV): COINVOLGERE I CITTADINI NELLA SCELTA DEL MIGLIORE TRACCIATO POSSIBILE. A RISCHIO AMBIENTE E TURISMO

"Un progetto fuori da ogni contesto di salvaguardia ambientale ed economico-turistica dell'intera regione. È necessario da subito pronunciarsi per la revisione del tracciato e ricorrere in sede europea per valutare il rispetto di tutte le procedure autorizzative tecniche". Con queste parole Oliviero Dottorini, capogruppo dell'Italia dei Valori in Consiglio regionale e primo firmatario della mozione presentata lo scorso 10 marzo relativa alla revisione del progetto di gasdotto Brindisi-Minerbio, invita la giunta a riconsiderare la propria posizione di retroguardia rispetto all'opera voluta dal governo.
"Il tracciato del gasdotto produrrebbe danni irreparabili al paesaggio e all'economia dei paesi coinvolti. Settecento chilometri di linea, in buona parte sulla cresta di crinali di pregio, attraverseranno numerosissimi corsi d'acqua, aree naturali protette, siti di importanza comunitaria e zone di protezione speciale. Nello specifico - aggiunge Dottorini - nella nostra regione saranno interessati dal tracciato il Parco nazionale dei Monti Sibillini, i Boschi del bacino di Gubbio, il fiume Topino e i boschi di Pietralunga. Non si capisce come mai la Valutazione di impatto ambientale sia stata effettuata solo su alcuni tratti del tracciato, senza prendere in considerazione l'intera opera, che è bene a ricordare attraverserà gran parte dell'Italia lungo la dorsale appenninica, area ricca di criticità come il rischio sismico e quello idrogeologico. È giunto il momento che la Regione, rompendo una tradizione ormai consolidata, si schieri dalla parte dei cittadini, delle associazioni ambientaliste e dei comitati non per escludere a priori il passaggio della linea di metanodotto, ma per giungere alla scelta di un tracciato razionale e per vigilare affinché tutte le procedure autorizzative di un'opera di tale portata siano rispettate".
"Secondo gli elaborati progettuali - continua - si vede come l'impatto socio-economico sulle aree interessate sarebbe insostenibile, rischiando di provocare danni alla filiera turismo-ambiente-cultura e al settore delle eccellenze, dai prodotti tipici alle importanti aree tartufigene dell'Umbria. Settori di fondamentale importanza per l'economia dell'intera Regione. Chiediamo infine che la Regione si faccia carico delle istanze dei cittadini che da anni si battono per la tutela del territorio, coinvolgendo le comunità locali interessate per consentire di scegliere i tracciati meno impattanti e più sicuri, nel rispetto dell'ambiente e degli interessi dell'intera comunità regionale".

Perugia, 17 giugno 2011

Il progetto di riconversione della centrale Enel di Ponte di ferro, nel comune di Gualdo Cattaneo, non è sostenibile per i consiglieri regionali dell'Italia dei valori, Oliviero Dottorini e Paolo Brutti, che hanno tenuto una conferenza stampa subito dopo il question time in Aula per criticare le scelte operate dall'esecutivo regionale, orientate ad accogliere la proposta dell'Enel di riattivare al 100 per cento la produzione di energia nella centrale alimentata per il dieci per cento del totale da lignina, combustibile che si ottiene dalla canna comune, e per il restante dal carbone. Un progetto che va "congelato - secondo Dottorini e Brutti - e che deve essere discusso con l'assessore all'ambiente, insieme al complesso delle politiche regionali per l'energia". Alla conferenza stampa hanno partecipato i cittadini del Comitato ambiente Gualdo Cattaneo.



(Acs) Perugia, 14 giugno 2011 - Per la centrale Enel di Ponte di Ferro, nel comune di Gualdo Cattaneo, si prevede ancora l'utilizzo del carbone, con il solo 10 per cento di lignina, ottenuta dalla canna comune, che non viene coltivata sul territorio umbro e sarebbe comunque insufficiente per alimentare la centrale. E' il problema per il quale i consiglieri regionali dell'Italia dei valori, Oliviero Dottorini e Paolo Brutti, stamani hanno convocato una conferenza stampa subito dopo il question time in Aula (dove il capogruppo Dottorini ha nuovamente interrogato l'assessore all'ambiente sulle scelte dell'Esecutivo in merito alla riconversione della centrale in impianto di produzione di energia da fonti rinnovabili). Hanno partecipato all'incontro con i giornalisti anche alcuni cittadini delle zone interessate.
Troppo poco, secondo Dottorini e Brutti, il quantitativo di lignina da impiegare per alimentare la centrale, che conseguentemente utilizzerebbe il carbone per il 90 per cento circa della produzione energetica: "È una parziale, quasi risibile riconversione del 10 per cento di una centrale che può produrre fino a 150 Megawatt di energia, fermo restando che si tratta - ricorda Dottorini - di uno degli impianti più arretrati d'Italia, l'unico nell'entroterra, che costringe per l'approvvigionamento del carbone a un giro di mezzi che parte dall'Indonesia per arrivare a Trieste e quindi al porto di Ancona, da dove viene trasportato su rotaia fino a Foligno e, successivamente, sui camion fino al territorio di Gualdo Cattaneo. Quello della 'sperimentazione' proposta è un modo surrettizio per riavviare la centrale con metodi tradizionali e non ecosostenibili. Inoltre, nell'ottobre 2007 il Consiglio regionale approvò una mozione (primo firmatario lo stesso Dottorini, ndr) in cui si decideva di abbandonare il progetto di co-combustione delle biomasse e di valutare invece una progressiva riconversione dell'attuale centrale verso impianti di energia da fonti rinnovabili".
"A questo punto - ha aggiunto Brutti - è necessario congelare il progetto dell'Enel e discutere seriamente con l'assessore Rometti, di questo progetto e anche del complesso delle politiche energetiche della regione. Green economy significa sostituire la produzione di energia su base fossile o combustione con produzioni che provengono da sole, vento e terra. Tali energie devono sostituire le vecchie, altrimenti non ci sarà riduzione di inquinamento e di gas serra. Se parliamo di energia rinnovabile si deve smettere col carbone. La centrale, che attualmente funziona al 10 per cento delle sue possibilità, sarà riattivata fino ad arrivare al 100 per cento della produzione di energia, ma solo un decimo sarà di origine biomassa, con la lignina. Di fatto, siamo di fronte ad una copertura di una operazione Enel di vecchissimo stampo".
Altri problemi sono stati segnalati dai cittadini del Comitato ambiente Gualdo Cattaneo, che lamentano il forte inquinamento acustico dovuto al rumore della centrale e ricordano che l'unico controllo ambientale eseguito, un bio-monitoraggio del 2006 commissionato dal Ministero per l'ambiente, aveva dato come esito la "non buona qualità dell'aria". I cittadini stanno valutando con un pool di legali la possibilità di ricorrere ad una "class action" per i danni subiti ed hanno annunciato una manifestazione nel prossimo mese di settembre alla quale hanno invitato un esperto scienziato, il professor Gianni Tamino dell'Università di Padova. Secondo loro il carbone "non deve essere bruciato in una valle dove si produce un olio d'oliva di grande qualità e uno dei migliori vini del mondo, il sagrantino". PG/pg

Oggi, Oliviero Dottorini (capogruppo Idv in Consiglio regionale) ha interrogato con question time l'assessore all'ambiente Rometti in merito al progetto di riconversione a biomasse del 10 per cento della cenrale Enel di Gualdo Cattaneo, progetto che non tiene minimamente conto delle deliberazioni del Consiglio regionale dell'ottobre 2007
Riportiamo di seguito l'intervento di Dottorini, la risposta dell'assessore e la replica del Capogruppo Idv.

GUALDO CATTANEO. DOTTORINI(IDV) INTERROGA LA GIUNTA. IL PROGETTO ENEL NON COMPATIBILE CON QUANTO DECISO NEL 2007 from Dottorini.com on Vimeo.



Grazie Presidente,

Assessore, la centrale Enel di Gualdo Cattaneo sono ormai note, ma vale comunque la pena ricordare la storia di un impianto che rappresenta un'anomalia nel panorama italiano ed è già stata causa di anni di pesantissimo inquinamento sul territorio regionale.

(Mostra/Nascondi) il resto dell'interrogazione

"Compito da svolgere senza pregiudizi ideologici. Necessario puntare su prevenzione, trattamento, repressione e riduzione del danno"
 
TOSSICODIPENDENZE. DOTTORINI (IDV): COMMISSIONE D'INCHIESTA RIBADISCA CENTRALITA' SERVIZIO PUBBLICO E INTEGRAZIONE CON PRIVATO SOCIALE

"Auguro buon lavoro alla commissione d'inchiesta che, a partire da oggi, può cominciare le proprie attività. Non sarà un lavoro semplice, visto che dovrà indagare su un problema che nella nostra Regione ha raggiunto livelli preoccupanti, basti pensare al numero di morti per overdose. Auspico che la commissione possa svolgere il compito che l'attende libera dai pregiudizi ideologici che spesso si riscontrano nelle dichiarazioni di alcuni esponenti della destra regionale. Sarà opportuno concentrarsi principalmente sulla salute delle persone e ispirarsi alla centralità del servizio pubblico nella programmazione e gestione di politiche regionali per la prevenzione, il trattamento, la repressione e la riduzione del danno, così come riconosciuto dalla Organizzazione mondiale della sanità". Con queste parole il capogruppo regionale dell'Italia dei Valori, Oliviero Dottorini, commenta l'insediamento della commissione d'inchiesta su tossicodipendenze, mortalità per overdose e fenomeni correlati.
"E' fondamentale - continua Dottorini - che la commissione sia messa nelle condizioni di indagare su temi che sono centrali e strategici per affrontare efficacemente il fenomeno delle tossicodipendenze. Prima di tutto si dovrà verificare se le risorse destinate ai Dipartimenti per le dipendenze siano sufficienti per dare adeguata risposta ai bisogni di prevenzione, trattamento e riduzione del danno. Inoltre sarà importante valutare i tempi e le modalità per concludere il percorso sull'accreditamento delle strutture del privato sociale che si occupano dei trattamenti riabilitativi per tossicodipendenti e stabilire gli standard qualitativi che queste devono garantire. Infine si dovrà valutare se le azioni previste dalla strategia di contrasto alla mortalità per overdose siano state fino ad oggi adeguate o se tale strategia debba essere rilanciata o rivista".
"Noi crediamo infatti - conclude il capogruppo Idv - che solo una reale integrazione tra il privato sociale e l'intero sistema dei servizi pubblici possa garantire l'attuazione di politiche efficaci per contrastare un fenomeno che affligge il nostro territorio e che richiede una decisa attivazione da parte di tutte le istituzioni e di tutte le organizzazioni che operano nel settore".
 
Perugia, 13 giugno 2011
"Segnale chiaro e inequivocabile a chi in questi anni ha pensato di sottomettere il paese a una visione padronale della democrazia e delle istituzioni"

REFERENDUM. DOTTORINI (IDV): RISULTATO STORICO, OGGI L'ITALIA SI RISVEGLIA DA UN BRUTTO INCUBO

"Oggi l'Italia si risveglia da un incubo. Si tratta di un evento storico con cui gli italiani si riappropriano delle propria dignità e del proprio futuro". Queste le prime parole con cui Oliviero Dottorini, capogruppo dell'Italia dei Valori in Consiglio regionale, ringrazia le tante persone che con il proprio impegno hanno contribuito al raggiungimento del quorum sui quattro referendum riguardanti acqua pubblica, nucleare e legittimo impedimento.
"Con una valanga di voti e nonostante l'oscuramento dell'informazione pubblica e delle reti Mediaset - aggiunge Dottorini - il nostro paese manda un segnale chiaro e inequivocabile a chi in questi anni ha pensato di sottometterlo a una visione padronale della democrazia e delle istituzioni, progettando con grande lucidità e coraggio un futuro più giusto e sostenibile. Questa non è una vittoria soltanto di Italia dei Valori e Forum per l'acqua che per primi hanno creduto nella possibilità di riscatto del popolo italiano, raccogliendo da soli le firme sui quesiti referendari. Questo è il colpo di reni di un paese che, al di là degli schieramenti e delle appartenenze politiche, ha compreso che la posta in gioco era troppo alta per essere lasciata nelle mani di chi ha come obiettivo unico il proprio tornaconto personale e gli interessi dei grandi gruppi economici. Adesso si aprono scenari nuovi: oggi ci siamo regalati la bella speranza in un futuro di democrazia, di rispetto ambientale e di giustizia".

Perugia, 13 giugno 2011

"Nel 2010 la differenziata si ferma al 33%, salendo appena dell'1,5% rispetto al 2009. Dati sconfortanti: di questo passo l'obiettivo del 65% raggiungibile tra oltre 20 anni"

RIFIUTI. DOTTORINI (IDV): UMBRIA ANCORA AL PALO SULLA DIFFERENZIATA. INTERESSE CONCENTRATO SOLO SULL'INCENERITORE

"A dispetto delle aspettative, dobbiamo registrare la perdurante inefficacia delle politiche di gestione integrata dei rifiuti messe in atto fino ad oggi. I primi dati relativi al 2010 inchiodano l'Umbria ad un misero 33 per cento di raccolta differenziata, con un incremento che non supera l'1,5 per cento rispetto al 2009. E' un trend modesto e allo stesso tempo costante ormai da diversi anni. Di questo passo gli obiettivi di differenziazione fissati dal Piano dei rifiuti per il 2012 non verranno raggiunti neppure tra venti anni". Con queste parole il capogruppo regionale dell'Italia dei Valori, Oliviero Dottorini, commenta i primi dati disponibili relativi all'andamento della raccolta differenziata in Umbria.
"Una situazione grave e preoccupante - continua Dottorini - che vede tutti e quattro gli Ati ampiamente al di sotto degli obiettivi fissati dal Piano che per il 2010 fissava l'obiettivo del 50 per cento di raccolta differenziata. Sono dati sconfortanti che certificano l'inefficacia delle politiche messe in campo dalla Regione e mettono in evidenza la volontà di non attuare il Piano dei rifiuti nella sua interezza, ma solo nella parte che riguarda l'incenerimento. E' ormai evidente infatti che l'impegno dell'assessorato all'Ambiente è diretto esclusivamente alla chiusura del ciclo e all'accelerazione sull'impianto di smaltimento ultimo. Si spiega solo così l'operazione portata avanti pochi mesi fa, quando con una forzatura apparentemente inspiegabile si sono disconosciuti gli accordi sul Dap, giungendo a una sostanziale modifica del Piano dei rifiuti per accelerare l'individuazione del sito del termovalorizzatore. Lo stallo sulla differenziata, unito a queste forzature, ci danno il polso di una situazione tutt'altro che rassicurante: non vorremmo che la mancanza di impulso alla differenziata fosse finalizzata a portare la nostra regione in emergenza al fine di giustificare l'inevitabilità dell'impianto di smaltimento finale".
"Una situazione - conclude il capogruppo Idv - che conferma i nostri timori sulle reali intenzioni dell'assessorato all'Ambiente. Per quanto ci riguarda, continuiamo a sostenere che il Piano dei rifiuti non può essere applicato a pezzi, dando impulso soltanto alla parte più arretrata della gestione integrata. E' evidente infatti che con questi dati sarebbe assurdo pensare alla chiusura del ciclo e alla realizzazione di impianti di smaltimento ultimo dei rifiuti, mentre occorre intervenire quanto prima con politiche concrete ed efficaci, investendo su metodi di differenziazione spinta, magari basandosi su sistemi meccanico-biologici già funzionanti in altre regioni. Il 2010 doveva essere l'anno della svolta e invece certifica, in maniera brutale, la mancata attuazione al Piano dei rifiuti. E' giusto ricordare che Italia dei Valori continuerà a battersi perché al centro delle politiche sui rifiuti vi siano gli interessi della collettività e non quelli legati al business dell'incenerimento".

Perugia, 11 giugno 2011
 

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