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C'è un'altra Umbria: libera, concreta, di parola

Aprile 2014 Archives

"Silenzio assordante dai vertici della Fondazione indicati dal Comune. Preoccupazione per ripercussioni sul mercato dell'arte internazionale e sull'immagine del Maestro Burri"

BURRI. DOTTORINI PRESENTA INTERROGAZIONE URGENTE:

"La Regione deve attivare da subito i poteri di vigilanza e controllo che la legge le attribuisce per valutare seriamente l'ipotesi di scioglimento del Consiglio di amministrazione della Fondazione Burri e nominare un commissario straordinario che attui una ricognizione di tutte le attività economiche e le prestazioni di lavoro affidate nel corso degli ultimi 10 anni, riportando così trasparenza e credibilità all'istituto che gestisce le opere e l'immagine di uno degli artisti più importanti del '900". Con queste parole il consigliere regionale Oliviero Dottorini, presidente di Umbria migliore, annuncia la presentazione di un'interrogazione urgente alla Giunta regionale in cui si chiede di attivare i poteri di vigilanza e controllo e, se necessario, commissariare la Fondazione Burri a seguito dello scandalo che ha travolto i vertici della stessa dopo l'intervista rilasciata dall'ex presidente Maurizio Calvesi.
"Il silenzio assordante - continua Dottorini - che giunge dai vertici della Fondazione non fa che accentuare le nostre preoccupazioni. Quanto tempo ancora resteranno chiusi nel loro fortino mentre chi ha a cuore l'opera e l'immagine del Maestro Burri, a Città di Castello e nel mondo, chiede chiarezza e trasparenza? Che ne è stato delle delibera del Consiglio comunale di Città di Castello che fissava obiettivi e impegni precisi per evitare conflitti d'interesse e gestioni familistiche? L'unica cosa di cui possiamo essere certi è che non possiamo lasciare che di questa delicata e importante vicenda si occupi l'amministrazione comunale di Città di Castello, la stessa che ha concorso a nominare i vertici della Fondazione che oggi sono oggetto delle pesanti affermazioni del professor Calvesi. La semplice convocazione annunciata dal Sindaco, per raccogliere le "impressioni" dei vertici appare come un debole tentativo di facciata per giustificare una gestione lontana dal contesto internazionale e priva di strategia per la valorizzazione del patrimonio che Alberto Burri ha lasciato a Città di Castello e al mondo intero".
"La Fondazione Burri - spiega il presidente della commissione Bilancio e Affari istituzionali - gestisce un patrimonio di inestimabile valore che potrebbe rappresentare uno degli elementi di traino per lo sviluppo economico dell'Altotevere, diventando uno dei punti di riferimento per la filiera turismo-ambiente-cultura dell'intera regione. Tutto questo però deve essere supportato da un quadro di trasparenza e regole certe, oltre che da amministratori seri, competenti, lungimiranti e privi di conflitti d'interessi. Il rischio altrimenti è che si ottenga l'effetto opposto, facendo emergere sacche di discrezionalità che metterebbero a rischio la credibilità dell'intero lavoro svolto nel corso degli anni. Per questo - conclude Dottorini - la Regione deve accelerare tutte le procedure che a norma di legge potranno portare a fare chiarezza e restituire credibilità alla Fondazione, avviando un'operazione trasparenza che possa ridare alle opere di Burri e alle volontà stesse del Maestro un respiro internazionale, cogliendo le opportunità che Perugia2019 capitale della cultura mette a disposizione e festeggiare il centenario dalla nascita di Burri in un clima di recuperata serenità.".

Perugia, 15 aprile 2014

Leggi l'interrogazione urgente
"Preoccupazione per ripercussioni sull'opera del Maestro e per una gestione a dir poco discutibile. Conflitti di interesse e gestione autoreferenziale appaiono come problemi ancora irrisolti"

BURRI. DOTTORINI(IDV):

"Le parole di Calvesi scoperchiano una pentola che fino ad oggi in troppi avevano tentato di tenere coperta. Sono parole che lasciano intuire un clima di sospetti, trame e conflitti di interesse di cui in molti parlavano, ma che nessuno fino ad oggi aveva avuto l'ardire di rendere pubblico in modo così esplicito e autorevole. Se rispondessero al vero, pesante sarebbe il danno d'immagine che una simile gestione potrebbe avere arrecato alla Fondazione e all'opera del maestro Burri. Credo che a questo punto, non potendo contare sull'intervento di un'amministrazione comunale dimostratasi fino ad oggi quanto meno 'morbida', stia alla Regione esercitare fino in fondo i propri compiti di vigilanza e controllo. Sono troppi ormai gli elementi che dipingono i contorni di una gestione a dir poco discutibile, tra l'altro alla vigilia del centenario della nascita del Maestro". Con queste parole il consigliere regionale Oliviero Dottorini, presidente di Umbria migliore, commenta l'intervista rilasciata al mensile l'Altrapagina dall'ex presidente della Fondazione Burri Maurizio Calvesi, professore emerito nell'Università di Roma La Sapienza, socio nazionale dell'Accademia dei Lincei e uno dei più autorevoli storici dell'arte moderna in Italia, oltre che amico personale dello stesso Burri.
"Questa modalità di gestione, chiusa, concentrata solo sul piano localistico e senza nessun respiro internazionale, insieme alle dichiarazioni del professor Calvesi, preoccupano soprattutto per come potranno essere lette tra gli operatori del settore e i collezionisti internazionali che già hanno dimostrato scetticismo nei confronti di una gestione lontana dal contesto internazionale e priva di strategia per la valorizzazione del patrimonio che Alberto Burri ha lasciato a Città di Castello e al mondo intero. Stiamo già predisponendo un'interrogazione in Consiglio regionale - spiega Dottorini - per chiedere conto di quanto rivelato dall'ex presidente Calvesi e fare in modo che certi comportamenti, se rispondenti al vero, siano corretti da subito. Spero che la Fondazione sia in grado di smentire o di spiegare quanto emerge dall'intervista, soprattutto laddove si parla di 'gruppetti autoritari', della mancanza di una struttura rigorosa, di 'una sorta di autoritaria dinastia', di un 'gruppo prepotente' che avrebbe tolto persino la firma in banca al segretario generale... Senza considerare i riferimenti diretti ad affidamenti di lavori che a parere del professore sarebbero avvenuti in maniera anomala o senza tener conto di evidenti conflitti di interesse. Indubbiamente quando nei mesi scorsi si è parlato da più parti di conflitti d'interesse, di gestione familistica non si è andati troppo lontani dal vero. In tutto questo, neppure la deliberazione del Consiglio comunale mirata ad arginare i conflitti di interessi sembra essere stata recepita dalla Fondazione in un regolamento. Ovviamente l'amministrazione comunale non ci risulta si sia prodigata o sia stata in grado di chiederne conto. Per questo la Regione deve esercitare le proprie prerogative di vigilanza e controllo sulla Fondazione, prendendo in mano la situazione e adoperandosi affinché certi comportamenti non si ripetano più".
"E' opportuno ricordare - aggiunge il presidente della commissione Bilancio e Affari istituzionali - che la Fondazione gestisce opere alienabili stimate in circa 150 milioni di euro, immobilizzazioni finanziarie per circa 8 milioni di euro, terreni e fabbricati per oltre 5 milioni di euro. Tra le uscite troviamo la considerevole cifra di 315mila euro per i servizi, una passività per quanto riguarda la causa con la vedova Burri di circa 13 milioni di euro, parcelle per avvocati che arrivano alla cifra di 900mila euro complessivi e una perdita netta di esercizio che nel 2011 si aggirava sui 236mila euro e che nel preventivo 2012 ammontava a quasi 177mila euro. Da queste cifre si può intuire quale possa essere la posta in gioco e da qui deriva la necessità che la gestione di un patrimonio così importante non venga lasciato nelle mani di una cerchia ristretta e autoreferenziale. Il mondo dell'arte - aggiunge Dottorini - ha delle regole ferree: devono essere sempre garantite la trasparenza e la serietà nella gestione, insieme ad una accurata strategia promozionale di livello internazionale che governa e tutela il lavoro svolto dall'artista. Oggi ci troviamo a fare i conti con la credibilità della Fondazione ai minimi storici. Questo grazie a una gestione che, come si evince dalle parole del professore Calvesi, appare connotata da una volontà di chiusura che poco ha a che fare con la tutela e la valorizzazione delle opere del maestro Burri, che dovrebbero essere patrimonio dell'intera città e non gestite dai soliti noti".

Perugia, 11 aprile 2014

Leggi l'intervista de l'Altrapagina
"Necessario coinvolgere le parti sociali al tavolo tecnico istituito dalla Regione. Garantire uniformità di trattamenti per i lavoratori ed evitare forzature unilaterali"

SANITA'. DOTTORINI: "TAGLIO STIPENDIO INFERMIERI ATTO CONTESTABILE. REGIONE ASCOLTI RICHIESTE DEI LAVORATORI"

"La Regione si pronunci in tempi rapidi sul taglio delle indennità degli infermieri e assicuri la parità di trattamento fra i lavoratori delle aziende sanitarie umbre". Con queste parole Oliviero Dottorini, consigliere regionale e presidente dell'associazione Umbria migliore, esprime preoccupazione per la notizia del taglio, deciso dalla direzione della Ausl Umbria1 contro il parere unanime delle rappresentanze sindacali, delle indennità stipendiali di rischio degli infermieri. 
"Crediamo che l'appello delle parti sociali ad essere coinvolte al tavolo tecnico istituito dalla Regione sia una richiesta legittima. Le istituzioni - continua Dottorini - devono accoglierla senza esitazione. La carenza di dotazione organica accanto a una crescente e non riconosciuta flessibilità dell'orario di lavoro rischiano di avere ricadute serie sulla qualità del servizio offerto agli utenti. Occorre garantire uniformità di trattamenti per i lavoratori della sanità regionale ed evitare forzature unilaterali verso un settore già provato da sofferenze organiche e carichi di lavoro spesso insostenibili. In una situazione già critica per le nostre aziende sanitarie e ospedaliere le istituzioni non possono permettersi di eludere ulteriormente i bisogni dei lavoratori".  

Perugia, 10 aprile 2014

AL VIA LA PETIZIONE CONTRO LA E45 AUTOSTRADA

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"Elezione possibile grazie a nostra legge. Importanti i 2/3 dei voti ottenuti e la scelta al di fuori delle logiche spartitorie"

GARANTE DETENUTI. DOTTORINI:

"Finalmente l'Umbria si allinea alle altre regioni d'Italia e istituisce una figura di garanzia fondamentale per la vita e la dignità di chi è sottoposto a misure restrittive. Siamo convinti che il professore Carlo Fiorio saprà rappresentare un faro puntato su una realtà di grande disagio in cui a volte la dignità delle persone risulta seriamente compromessa. Il fatto che sia stato eletto con la maggioranza qualificata dei due terzi dà ancora maggiore valore a una scelta che per troppo tempo è stata oggetto di veti contrapposti e oggi, come da sempre abbiamo auspicato, trova una soluzione al di là delle spartizioni partitiche o di schieramento". Con queste parole il consigliere regionale Oliviero Dottorini, relatore per la prima commissione e promotore della legge per l'abbassamento del quorum, commenta l'elezione del Garante delle persone sottoposte a misure restrittive nella persona di Carlo Fiorio. 
"E' giusto ricordare - continua Dottorini - che la legge che istituisce il garante è stata modificata nel febbraio scorso, su nostra proposta, eliminando il vincolo che impediva l'elezione del garante dovuta al raggiungimento dei due terzi dei voti espressi. Questo vincolo aveva bloccato l'elezione per quasi otto anni e oggi, grazie alla nostra modifica di legge, l'Umbria accorcia le distanze dalle altre regioni e istituisce una figura centrale per i diritti delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà. L'aggravarsi delle situazioni di disagio e sofferenza che vivono molti dei detenuti nelle carceri umbre, spesso sovraffollate e con condizioni di vita precarie, deve essere posta al centro dell'attenzione dell'opinione pubblica". 
"Il fatto che la nomina sia avvenuta, come da me proposto, attraverso un bando pubblico, sottraendola alle spartizioni partitiche, conferisce a questa figura la terzietà e l'autorevolezza necessarie per svolgere al meglio un compito di grande importanza. Adesso - aggiunge Dottorini - auguriamo al nuovo garante di poter avviare subito una ricognizione sulle criticità e sullo stato del sistema carcerario umbro, con particolare attenzione ai diritti dei detenuti, dando così un contribuito perché venga affrontata una situazione non degna di un paese civile".

Perugia, 8 aprile 2014
"Cittadini e associazioni avevano visto giusto. Se anche Stop ai lavori significasse perdere qualche risorsa, sarebbero comunque soldi ben spesi per la comunità"

SAN BEVIGNATE. DOTTORINI: BENE VOTO CONSIGLIO COMUNALE. ORA SINDACO, ADISU E REGIONE TROVINO SOLUZIONE CONCRETA

"Se anche lo Stop ai lavori significasse perdere qualche risorsa, sarebbero comunque soldi ben spesi per la comunità. Da questo punto di vista il no unanime del Consiglio comunale di Perugia al collegio Adisu a San Bevignate è un passo molto significativo che dimostra ancora una volta quanto avevano visto giusto i cittadini e le associazioni che si sono battuti con grande dignità e senso civico per bloccare la realizzazione del progetto. Adesso però sarebbe sbagliato abbassare la guardia e dare per risolta la questione. A quanto ci risulta non vi sono ancora atti che recepiscono concretamente la volontà unanimemente manifestata". Con queste parole Oliviero Dottorini, consigliere regionale e presidente dell'associazione "Umbria Migliore", commenta l'esito della votazione con cui il Consiglio comunale di Perugia ha confermato la risoluzione della commissione Controllo e garanzia che chiedeva "lo stop ai lavori e la revisione del progetto".
"Ora - prosegue Dottorini - è fondamentale che Sindaco, Giunta, Adisu e Regione siano conseguenti e trovino una soluzione rapida e adeguata per recedere da questo pasticcio di cui la città non avvertiva alcun bisogno. Già in Consiglio regionale affermammo che il cantiere andava fermato ad ogni costo. Oggi, dopo l'esito della votazione in Consiglio comunale, ci sentiamo di riaffermare che se anche lo stop ai lavori significasse perdere qualche risorsa, sarebbero comunque soldi ben spesi per la comunità". 
"E' bene ricordare che a Perugia - prosegue Dottorini - ci sono associazioni di cittadini molto attive e presenti nel territorio, grazie alle cui attività molte zone della città sono state rivitalizzate e "restituite" ai cittadini dopo anni di degrado. Senza il loro impegno e la loro tenacia oggi Perugia, candidata capitale della cultura, avrebbe un cantiere aperto di fronte ad un complesso monumentale di importanza europea su cui fra l'altro Comune, Regione e Governo hanno investito negli anni ingenti risorse per riqualificarlo e renderlo fruibile ai turisti. Ci sembra dunque più che legittima la proposta di far sì che in commissione edilizia del Comune venga invitato un rappresentante delle associazioni per creare un filo diretto con la cittadinanza specie sui progetti di grande impatto ambientale".
"La collaborazione fra amministrazioni e associazioni di cittadini presenti sul territorio - conclude Dottorini - è un valore aggiunto di cui non si può fare a meno e questa vicenda ne è una lampante testimonianza".

Perugia, 2 aprile 2014
L'esecutivo ribalta il voto della commissione e ripresenta la sanatoria per i comuni inadempienti. Maglie ancora più larghe anche per i cavatori. Così si compromette la credibilità su rifiuti e ambiente"

BILANCIO. DOTTORINI: BENE TAGLIO IRAP A COOP SOCIALI, MA SU RIFIUTI E CAVE GIUNTA COMMETTE ERRORE GRAVISSIMO

"La sanatoria per i comuni inadempienti sulla raccolta differenziata e le norme a favore dei cavatori e di chi imbottiglia acqua minerale rappresentano un colpo di spugna che non rende giustizia alle ragioni dell'ambiente e dell'equità. Disconoscendo quanto deciso ieri dalla prima commissione la Giunta regionale ha dimostrato poco coraggio e forse qualche malcelata 'sensibilità' di troppo. Sul condono per i comuni che nel 2012 e 2013 non hanno raggiunto i livelli previsti di raccolta differenziata e sulle norme a favore dei cavatori che non hanno versato i contributi ambientali ci saremmo attesi una correzione di rotta. Ma evidentemente dietro quelle scelte c'è un disegno che non poteva essere neppure scalfito". Con queste parole il consigliere regionale Oliviero Dottorini (Umbria migliore - Idv) commenta l'esito della votazione odierna su Finanziaria e collegato. 
"Questa è una finanziaria con luci ed ombre - spiega Dottorini -. Accanto a misure molto importanti e condivisibili, come la parziale esenzione Irap per le cooperative sociali di tipo A , il finanziamento del commercio equo e le politiche sociali, troviamo alcuni aspetti legati alle tematiche ambientali veramente gravi e preoccupanti. In particolare emerge la forzatura sui rifiuti, tra l'altro passata in Consiglio con una maggioranza risicatissima. Le premialità e le sanzioni per i comuni riguardo alla raccolta differenziata sono uno dei cardini del Piano dei rifiuti, sono la leva che avrebbe dovuto indurre le amministrazioni comunali a politiche virtuose di riduzione , riuso e raccolta differenziata. Ora, nonostante il voto contrario della prima commissione, con un colpo di spugna si prevede di annullare ogni sanzione, mettendo sullo stesso piano i comuni virtuosi e quelli inadempienti. Se a questo si aggiunge che nella manovra non è previsto neppure un euro a favore della raccolta differenziata, risulta chiaro un cambio di atteggiamento significativo e preoccupante da parte dell'esecutivo regionale. Non vorremmo che si pensi di risolvere le incongruenze del Piano dei rifiuti attraverso la bacchetta magica del Combustibile solido secondario, dando ragione in questo modo a chi già da tempo sottolinea la difficile compatibilità della produzione del Css con le corrette politiche di gestione dei rifiuti. Per questo abbiamo chiesto con emendamenti precisi che la Regione esiga dai comuni gli importi delle sanzioni così come previsto dal Piano e metta a disposizione quelle risorse, pari a circa 321mila euro, per premiare le politiche virtuose dei comuni più efficienti. Stesso discorso vale per le aziende estrattive e imbottigliatrici di acqua minerale. E' vero che il settore sta attraversando, al pari di molti altri comparti, un periodo di evidente difficoltà, ma è altrettanto vero che gli anni passati sono stati anni di grandi utili, maturati attraverso un bene messo a disposizione dalla comunità regionale a costi irrisori. Ora, il fatto che la giunta abbia deciso di raccogliere l'accorato grido d'allarme lanciato da Forza Italia e Confindustria, dilazionando i pagamenti ed escludendo ogni ipotesi di interruzione delle attività come previsto per legge, a noi sembra inammissibile e indicativo di un'attenzione esclusiva, non riservata ad altri settori produttivi".
"A fronte di scelte che riteniamo fortemente negative e prive di buon senso - aggiunge Dottorini - siamo però soddisfatti dell'accoglimento della nostra proposta di riduzione dell'Irap alle cooperative sociali di tipo 'A', soggetti che si occupano di settori fondamentali e dal valore altamente sociale e assistenziale e che impiegano giovani, donne, e over 40, che altrimenti avrebbero molte difficoltà nel trovare un impiego. Viene poi sostenuta e finanziata la legge regionale sul commercio equo e solidale che nel corso degli anni ha prodotto risultati apprezzati dall'intera società umbra e italiana, svolgendo attività economiche e di supporto nei confronti dei piccoli produttori del Sud del mondo e di informazione culturale mirata ad aumentare la consapevolezza della comunità umbra in merito ai meccanismi perversi del commercio internazionale e volta a stimolare comportamenti di consumo responsabile".

Perugia, 1 aprile 2014
"Norma su referendum va contro lo Statuto regionale. Ora Consiglio corregga questo obbrobrio giuridico e restituisca ai cittadini un diritto fino ad oggi negato"   

REFERENDUM. DOTTORINI: COMMISSIONE STATUTARIA CONFERMA NOSTRE CRITICHE: LEGGE

"La legge regionale sui referendum non è conforme allo Statuto regionale. E' quanto abbiamo sostenuto con forza, inascoltati, in Consiglio regionale, ma oggi ad affermarlo è la stessa Commissione di Garanzia statutaria che ci mette di fronte a un'assunzione di responsabilità non più rinviabile". E' quanto ha affermato il consigliere regionale Oliviero Dottorini commentando la risposta alla richiesta di parere avanzata da 11 consiglieri regionali (Dottorini, Stufara, Cirignoni, Brutti, Goracci, Mariotti, Galanello, Nevi, Cintioli, Valentino, Monni) in relazione alla conformità della legge regionale 14 del 2010 relativa agli istituti di partecipazione e in particolare ai referendum.
"Il parere della Commissione di Garanzia statutaria non dà adito a dubbi o a interpretazioni. Quanto previsto dalla legge regionale sui referendum non è conforme allo Statuto regionale. Il parere negativo riguardo alle limitazioni previste dalla legge sullo svolgimento dei referendum, espresso all'unanimità dalla Commissione, non può che essere assunto per dare seguito a una battaglia di trasparenza e democrazia. Ricordo che il 6 marzo scorso il Consiglio regionale ha bocciato i nostri emendamenti di modifica delle legge regionale sugli istituti di partecipazione confermando l'impossibilità di utilizzare lo strumento referendario in Umbria. In occasione di quel voto ci siamo assunti l'impegno di raccogliere le undici firme di consiglieri regionali necessarie per richiedere alla Commissione di Garanzia di valutare se la normativa vigente fosse aderente ai principi statutari. Questo perché a causa di una norma complessa e di difficile interpretazione in Umbria è di fatto impossibile svolgere qualsiasi tipo di referendum abrogativo. Essendo prevista infatti la sospensione di qualsiasi referendum qualora siano indette altre elezioni politiche, nazionali o amministrative, di fatto se ne vieta lo svolgimento".  
"Abbiamo deciso- prosegue Dottorini- di avviare questo iter perché ritenevamo che la normativa fosse incoerente e contraddittoria in quanto rende indisponibile un diritto sancito dallo stesso Statuto regionale, vale a dire la possibilità di svolgere un referendum abrogativo. Crediamo che questo sia un furto di democrazia che contribuisce ad accentuare la distanza tra istituzioni e cittadini. Per questo la risposta di oggi conforta in pieno la nostra tesi in quanto la Commissione presieduta dal professore Mauro Volpi afferma che "la sospensione del referendum nel caso previsto dalla lettera c dell'art. 28 della l.r. 14/2010 costituisce una indebita limitazione dell'istituto referendario. La norma - afferma la Commissione - potrebbe essere addirittura interpretata nel senso che qualsiasi consultazione amministrativa potrebbe comportare la sospensione del referendum".  
"Ora - conclude Dottorini - chiederemo che sia direttamente l'Ufficio di Presidenza a proporre una modifica della legge da approvare al più presto in Consiglio regionale. Se questo non dovesse avvenire, sarò io stesso a farmi carico di avanzare una proposta per sanare questo obbrobrio giuridico e restituire ai cittadini la possibilità di esprimersi su questioni di rilevanza regionale".

Perugia, 1 aprile 2014

Leggi il parere della Commissione di garanzia statutaria
 

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