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TORNANO I REFERENDUM IN UMBRIA

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Tornano i referendum in Umbria


Oggi abbiamo rimediato a un vero e proprio furto di democrazia. Con la modifica della legge sugli istituti di partecipazione, da me proposta e approvata questa mattina dal Consiglio regionale, è finalmente possibile svolgere i referendum in Umbria, restituendo ai cittadini la possibilità reale di partecipare alla vita democratica e politica della nostra Regione. Fino ad oggi infatti la legge, rendendo incompatibile lo svolgimento del referendum con altre elezioni (fossero esse politiche, regionali o amministrative), di fatto se ne rendeva impossibile la celebrazione.

"Nominati e listini antidemocratici e ingiusti, necessario cancellare la legge approvata la scorsa legislatura"

REFERENDUM. DOTTORINI (IDV): BENE OK DELLA CASSAZIONE. ADESSO ELIMINARE ANCHE IL PORCELLUM IN SALSA UMBRA

"Una splendida notizia, che ci fa ben sperare per la possibilità di celebrare il referendum e quindi ottenere la modifica di una legge elettorale ingiusta, antidemocratica e che nega il diritto di scelta dei parlamentari da parte dei cittadini. Adesso dobbiamo lavorare tutti affinché possa essere raggiunto l'obiettivo che centinaia di migliaia di cittadini ci hanno chiesto: abolire il Porcellum e tornare a garantire il diritto di scelta agli elettori". Con queste parole Oliviero Dottorini, capogruppo dell'Italia dei Valori in Consiglio regionale, commenta l'ok della Cassazione alle firme per il referendum per cambiare la legge elettorale. La Cassazione ha ammesso quindi il referendum, ora la Corte costituzionale dovrà esprimersi sulla legittimità dei quesiti.
"Non dobbiamo dimenticare - aggiunge Dottorini - che anche in Umbria abbiamo il nostro Porcellum da eliminare. Si tratta dell'attuale legge elettorale regionale che prevede un "listino" di nominati dai partiti, senza possibilità di scelta da parte degli elettori. Dobbiamo subito eliminarlo perché ingiusto e antidemocratico e per rispondere al grido di allarme che oltre 7mila umbri ci hanno lanciato firmando per il referendum promosso da Idv e altre forze democratiche".
"Adesso che il referendum contro il Porcellum è più vicino - conclude Dottorini - anche in Umbria dobbiamo sanare questa frattura democratica tra la politica e la società civile, cancellando definitivamente ogni forma di listino dei nominati e restituendo il diritto di scelta ai cittadini".

Perugia, 2 dicembre 2011
"Dal Giurì schiaffo alla pubblicità ingannevole del Forum nucleare. Dopo grande risultato della raccolta firme necessaria mobilitazione per raggiungere quorum"

REFERENDUM. DOTTORINI (IDV): IL 29 MAGGIO ELECTION DAY PER FERMARE NUCLEARE, PRIVATIZZAZIONE DELL'ACQUA E LEGITTIMO IMPEDIMENTO.

"Ad una visione antiquata e padronale delle istituzioni, dell'ambiente e della salute dei cittadini è necessario rispondere in maniera forte e chiara attraverso il più formidabile strumento di democrazia diretta che i cittadini hanno a disposizione: il referendum" Con queste parole il capogruppo Idv in Consiglio regionale Oliviero Dottorini invita le cittadine ed i cittadini dell'Umbria a firmare la petizione online (www.iovotoil29maggio.it) per indire un "election day" che riunisca nella giornata del 29 maggio il secondo turno delle elezioni amministrative e la  consultazione referendaria su legittimo impedimento, acqua e nucleare, i tre quesiti sui quali gli umbri, e gli italiani tutti, saranno chiamati a pronunciarsi.  
"La petizione - spiega Dottorini - prende il nome dal giorno in cui sarebbe bene votare. Con la solita tattica di far slittare i referendum a ferie già cominciate, in modo da non raggiungere il quorum, si vuole predisporre una data diversa da quella del secondo turno delle elezioni amministrative. Noi riteniamo assurdo e offensivo, dato il momento di crisi economica, buttare al vento milioni di euro per non accorpare il secondo turno delle amministrative con i tre referendum. Soldi mandati al macero da un governo nemico della democrazia e dei più elementari diritti civici. Alla petizione online si aggiungeranno iniziative sulle principali piazze umbre per spiegare ai nostri concittadini quali rischi si corrono nell'affidare le risorse primarie e i valori fondanti dell'individuo in mani sbagliate. Il filo conduttore che lega i tre referendum sui quali siamo chiamati ad esprimerci è che gli finalmente potremo smascherare definitivamente  l'arroganza di un governo che non avendo argomenti ai quali aggrapparsi, continua a distribuire menzogne e atti che vanno contro le regole ed il semplice buon senso. L'ultimo schiaffo alla propaganda nuclearista è venuto dal Giurì dell'Autodisciplina Pubblicitaria che ha giudicato ingannevole lo spot del Forum Nucleare Italiano. I cittadini italiani già nel 1997 si erano espressi in maniera molto chiara contro il nucleare in Italia. Oggi dopo 24 anni è necessario ribadire questa contrarietà in maniera altrettanto chiara e compatta, a causa di un Governo nazionale che è disposto a qualunque cosa pur di portare avanti gli inconfessabili interessi di pochi soggetti."
"E' necessario - conclude Dottorini - dare seguito allo straordinario risultato raggiunto in fase di raccolta delle firme, creando uno schieramento più vasto possibile di cittadini, associazioni, organizzazioni sociali, che si adoperino per far vincere queste tre grandi battaglie di civiltà. In questo senso riteniamo che ancora un volta l'Umbria stia dimostrando una notevole sensibilità rispetto alle questioni poste e non possiamo che registrare con  soddisfazione le adesioni pervenute negli ultimi giorni, anche da parte di illustri esponenti politici del centrosinistra." 

Perugia, 24 febbraio 2010 
"Eliminare il listino dei nominati e restituire ai cittadini il diritto di scegliersi i propri rappresentanti nelle istituzioni"   


"Il primo obiettivo della commissione per le riforme dovrà essere quello di rivedere una legge elettorale antidemocratica, cancellando il listino dei nominati dai partiti e le storture di un meccanismo che consente di avere più eletti a chi ha meno voti. A questo proposito fa piacere constatare che anche da parte di forze che appena pochi mesi fa hanno approvato con convinzione questo porcellum in salsa umbra, ci sia la presa di coscienza e la volontà di giungere a una revisione della legge che consenta ai cittadini di scegliere i propri rappresentanti nelle istituzioni, sottraendo alle segreterie di partito la nomina dei consiglieri regionali". Con queste parole Oliviero Dottorini, capogruppo dell'Italia dei Valori in Consiglio regionale, commenta l'istituzione della commissione speciale per le riforme da parte del Consiglio regionale.
"Si tratta di un atto importante - aggiunge il presidente del gruppo Idv - che per quanto ci riguarda deve aprire la strada a una revisione radicale della legge elettorale regionale, eliminando il listino di nominati per far posto ad un percorso democratico di vera partecipazione popolare. L'attuale legge elettorale rappresenta un vero e proprio furto di democrazia, una truffa a danno degli elettori che rischia di allontanare ancora di più i cittadini dalla politica e che ha impedito a una fetta di società umbra di essere rappresentata. Per noi che nella scorsa legislatura siamo stati l'unico gruppo a votare contro questa legge, è motivo di soddisfazione cogliere oggi la volontà di un'inversione di rotta da parte di diverse componenti del Consiglio. E' per questo - conclude Dottorini - che come Italia dei Valori non faremo mancare il nostro contributo alla commissione per restituire ai cittadini la libertà di scegliere e alla sovranità popolare la dignità che le è dovuta in una democrazia". 

Perugia, 14 settembre 2010
Prosegue la campagna referendaria dell'Italia dei Valori. Nella mattinata del 2 giugno, dalle ore 9.30 alle 12.30 il circolo Idv di Città di Castello organizza un punto di raccolta firme in Piazza Gabriotti. Sarà presente il capogruppo regionale Oliviero Dottorini.
"Anche a Città di Castello - afferma Dottorini - come in tutto il resto della regione e del Paese, l'Italia dei valori promuove il D-day, il giorno per la democrazia che ha come obiettivo la raccolta, nella giornata del 2 giugno, di 100mila firme a sostegno dei tre referendum per la difesa dell'acqua pubblica, contro il nucleare e per fermare il legittimo impedimento. Lo strumento referendario - prosegue il capogruppo dell'Idv in Consiglio regionale - è la forma più diretta di democrazia, è la voce dei cittadini che entra direttamente nei Palazzi ed ha avuto un'importanza fondamentale nella vita politica italiana. Il 2 giugno 1946 fu proclamata la Repubblica italiana e venne adottata la democrazia come forma di governo grazie allo straordinario risultato di uno storico referendum. Oggi intendiamo celebrare questa festa portando in piazza tre temi attualissimi e di primaria importanza per la democrazia nel nostro paese. I tre referendum promossi da Italia dei Valori rappresentano infatti un'occasione straordinaria per affermare la difesa dei beni comuni, dell'ambiente e dell'uguaglianza di ogni cittadino di fronte alla legge. E' per questo che rivolgo a tutti l'appello a mobilitarsi e a sottoscrivere le nostre proposte".
L'appuntamento è per mercoledì 2 giugno presso il banchetto allestito in Piazza Gabriotti.
 
Perugia, 31 maggio 2010


L'esponente Idv ai banchetti di raccolta. "Importante sostenere battaglia contro tre normative altamente antidemocratiche. Obiettivo: 800mila firme entro il 20 luglio"

"Occorre bloccare quanto prima tre normative altamente antidemocratiche che privano i cittadini della possibilità di disporre pienamente dei beni comuni, dell'ambiente e dell'uguaglianza di fronte alla legge. I referendum contro la privatizzazione dell'acqua, contro il nucleare e contro il legittimo impedimento rappresentano tre battaglie fondamentali per il futuro di tutti e devono essere sostenute da chiunque abbia a cuore il futuro democratico del nostro paese". Con queste parole il consigliere regionale dell'Italia dei valori, Oliviero Dottorini, lancia un appello alla società civile regionale perché si mobiliti nella raccolta di firme per i tre referendum promossi dal partito di Antonio Di Pietro.
"Si tratta - spiega Dottorini, annunciando la propria presenza presso i banchetti di raccolta firme - di una battaglia in difesa della libertà, della democrazia, dell'ambiente e volta a restituire la parola e la dignità agli italiani. Dobbiamo assolutamente difendere l'acqua pubblica per evitare di svendere questo prezioso bene comune e metterlo nelle mani delle multinazionali. Dobbiamo impedire di spendere soldi pubblici per una tecnologia, quella del nucleare, obsoleta, pericolosa e che non rappresenta una prospettiva sostenibile per risolvere il problema energetico del nostro paese. Dobbiamo, infine, fermare la legge sul legittimo impedimento per dare uno stop alla deriva personalistica e autoassolutoria del presidente del Consiglio Berlusconi che sta allontanando il nostro paese dal principio in base al quale tutti i cittadini sono uguali di fronte alla legge, senza distinzione di censo o di carica".
"Sono tre battaglie che vanno sostenute con convinzione - conclude l'esponente dell'Italia dei valori - ragione per cui sarò personalmente presente presso i banchetti allestiti per raccogliere le firme dei cittadini per contribuire al raggiungimento dell'obiettivo di 800mila firme entro il 20 luglio".
 
Perugia, 5 maggio 2010

Questa è l'arroganza di chi preferisce l'inciucio alla necessità di regole uguali per tutti. Rossi ci risparmi almeno le prediche e non si lamenti se qualcuno parla di casta."
 
"L'arroganza e la protervia di chi preferisce l'inciucio alla necessità di disegnare regole uguali per tutti ci ha consegnato una legge che sottrae ai cittadini la possibilità di scelta, preferendo ni listini bloccati per i capi corrente. Questo è molto grave. Poi Rossi può raccontarsela come meglio crede. Magari la prossima volta riuscirà a dimostrare pure la bontà del Porcellum. Faccia un po' lui. Ma almeno ci risparmi le prediche e non si lamenti se qualcuno poi parla di casta". Il presidente del gruppo Idv in Consiglio regionale Oliviero Dottorini risponde con queste parole alle "nervose esterazioni" del consigliere Gianluca Rossi.
  "Vorrei ricordare al collega Rossi solo un fatto - aggiunge Dottorini -. Io non ho mai cambiato idea sulla legge elettorale e sulla necessità di renderla democratica e non affidata ai notabili di partito. Lui ha avuto sempre come guida nel suo cammino la necessità di disegnare una legge che salvaguardasse i notabili di partito, cercando in ogni modo di renderla impenetrabile alle istanze della società civile, magari salvaguardando con cura le ragioni della provincia di Terni (guarda caso suo collegio di elezione) e quelle del Pd che, con le architetture istituzionali messe a punto, riuscirà ad ottenere lo stesso numero di consiglieri regionali pur potendo contare sul 10 per cento di consensi in meno. Alla faccia del pluralismo, della partecipazione e delle regole".
 
Perugia, 22 dicembre 2009
"Con il listino dei nominati garantita la poltrona ai capi partito e a chi non ha ila faccia per presentarsi al giudizio degli elettori"

"Ieri il Consiglio regionale ha scritto una delle pagine più tristi e indecorose della sua storia politica. Approvando una legge che toglie agli elettori la possibilità di scelta dei propri rappresentanti nelle istituzioni, ha reso ancor più profondo il solco che divide la politica dai cittadini. L'inciucio tra Pd e Pdl, avallato da Rifiondazione e Sinistra e libertà, porta a un listino di nominati dai partiti in una lista bloccata, un listino di apparati che rappresenta un'autentica truffa ai danni dei cittadini, dal momento che toglie loro la possibilità di scegliere gli eletti e garantisce postazioni privilegiate a chi il consenso non riesce a raccoglierlo democraticamente. Si tratta di una scelta evidentemente dettata soltanto dalla necessità di tutelare i destini politici di qualche capo partito che ha un certo pudore a presentarsi al giudizio degli elettori". Con queste parole Oliviero Dottorini, capogruppo dell'Italia dei valori in Consiglio regionale e presidente della commissione Bilancio e Affari istituzionali, commenta l'approvazione da parte del Consiglio regionale della nuova legge elettorale, che stabilisce un listino di nominati che automaticamente verranno eletti senza alcun giudizio da parte dei cittadini.
"Pur di salvare gli apparati -- aggiunge Dottorini - si è provato a trattare su tutto, anche sulla concessione del cosiddetto premio di minoranza che avrebbe garantito un listino anche per le minoranze. Si è tentato di fissare uno sbarramento al 5,3 per cento. Si è provato - purtroppo riuscendoci - ad innalzare il numero delle firme per la presentazione delle liste al fine di boicottare ogni iniziativa proveniente dalla società civile. Con il sistema approvato ieri un terzo dei consiglieri della maggioranza, vale a dire 6 su 18 o 19, non sarà scelto dagli elettori, ma prescelto dalle segreterie di partito. Di più: qualora la coalizione vincente prenda troppi consensi, per evitare la sproporzione tra le coalizioni verrà escluso chi è stato eletto coi voti dei cittadini per lasciare spazio ai prescelti dai partiti. Tutto questo mentre il nostro paese - e l'Umbria non è da meno - è attraversato da un movimento profondo di contestazione. La distanza tra l'opinione pubblica e la cosiddetta "casta" della politica ha raggiunto livelli mai toccati prima. La politica trova sempre più difficoltà a rendersi credibile agli occhi dell'opinione pubblica e ad interpretarne i bisogni e le richieste. Certe scelte, altamente autolesioniste almeno per la sinistra, non fanno che confermare una diffusa disillusione sulla effettiva capacità della politica di affrontare i temi importanti che investono la vita di tutti e che spesso sfocia nel populismo e nel qualunquismo".
"Come Idv - ha continuato Dottorini - avevamo avanzato una proposta finalizzata a disinnescare gli effetti perversi del listino dei nominati per restituire la possibilità di scelta agli elettori, ma con motivazioni tecniche assolutamente pretestuose è stata allontanata anche questa possibilità, consegnandoci un testo che ha molto a che vedere con il famigerato Porcellum e poco a che spartire con un moderno strumento democratico di scelta dei rappresentanti dei cittadini nelle istituzioni. La nostra proposta avrebbe restituito agli elettori la possibilità di scegliere fra candidati, confermando il bipolarismo, garantendo la governabilità ed un giusto equilibrio tra le province di Perugia e Terni. Ma evidentemente aveva un limite insormontabile: quello di non garantire postazioni di privilegio ad alcuno".

Perugia, 22 dicembre 2009
Di seguito il testo dell'intervento in aula di Oliviero Dottorini sulla nuova legge elettorale regionale.




Intervento in aula di Oliviero Dottorini, capogruppo dell'Italia dei Valori in Consiglio Regionale

oggi il nostro Consiglio regionale sta per scrivere una delle pagine più brutte della storia politico-istituzionale dell'Umbria. Un fatto grave soprattutto se si pensa che in discussione è la definizione delle regole democratiche attraverso le quali la nostra comunità regionale eserciterà la forma più alta di partecipazione alla vita pubblica: cioè il voto.

Diciamo subito che la legge elettorale che oggi arriva in aula è, a nostro avviso, una legge sbagliata nei suoi elementi fondamentali. Una legge frutto di un accordo trasversale indecoroso che giunge al termine di un dibattito durante il quale l'Italia dei valori ha tentato in tutti i modi di proporre dei correttivi che rendessero questo testo quanto meno accettabile, disinnescandone in qualche modo gli effetti perversi, ma tentando comunque di trovare una posizione che tenesse conto delle esigenze di tutte le forze politiche che hanno partecipato al confronto.

Non so se ce ne rendiamo conto, ma il nostro paese - e l'Umbria non è da meno - è attraversato da un movimento profondo di contestazione. La distanza tra l'opinione pubblica e la cosiddetta "casta" della politica ha raggiunto livelli mai toccati prima. La politica trova sempre più difficoltà a rendersi credibile agli occhi dell'opinione pubblica e ad interpretarne i bisogni e le richieste. Spesso si tramuta in relazioni di interesse per le quali il rapporto tra eletto ed elettore si riduce ad un semplice calcolo di tornaconti personali dell'uno e dell'altro, a scapito del perseguimento dell'interesse collettivo. Questo ha generato negli anni una diffusa disillusione sulla effettiva capacità della politica di affrontare i temi importanti che investono la vita di tutti e che spesso sfocia nel populismo e nel qualunquismo. Crediamo che sia anche a causa di tutto ciò che stiamo assistendo ad una involuzione preoccupante del livello culturale e civico del nostro paese. 
Purtroppo, nonostante ormai si sentano spesso eminenti esponenti politici fare bei discorsi a sostegno della necessità di ricostruire un rapporto della politica con l'opinione pubblica in grado di restituire alla prima il ruolo e l'importanza che dovrebbe rivestire, nei fatti non si perde mai l'occasione di fare ulteriori passi indietro, aggravando in questo modo una situazione malata che rischia di diventare cronica. 

Il punto più basso, o almeno così credevamo, è stato toccato quando il centrodestra ha approvato la legge elettorale per il Parlamento, il cosiddetto "Porcellum". Una definizione azzeccata e proposta proprio da chi quella legge l'ha voluta ed elaborata. 
Una porcata quindi. Una porcata perché, oltre a limitare la rappresentatività del Parlamento, impedendo a milioni di cittadini di sentirsi pienamente rappresentati, ha tolto anche agli elettori la possibilità di scegliere attraverso il proprio voto persona per persona chi avrebbe dovuto sedersi su quei seggi. Questa facoltà invece è stata attribuita alle segreterie di partito, facendo in modo che gli eletti non rispondano più ai propri elettori, ma ai gruppi dirigenti e ai capi corrente. Diventa più difficile adesso sostenere, come afferma la Costituzione italiana, che i parlamentari rappresentano il popolo. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Mai si era visto un Parlamento così asservito alle volontà del capo dell'esecutivo, che poi è anche il capo della principale forza politica, che poi è la persona che seleziona i parlamentari del Pdl. Mai era stata così alta la mediocre invadenza dei partiti nelle vicende istituzionali nazionali. 

Quando il Porcellum è stato approvato tutte le forze di centrosinistra hanno gridato allo scandalo e non hanno mai perso occasione di ribadire quanto la legge elettorale nazionale fosse sbagliata. Lo ha fatto recentemente anche il segretario del Pd Pierluigi Bersani. "La legge elettorale - ha detto - è l'origine e la testa di tutti i nostri guai", "se teniamo separate la questione democratica da quella sociale perdiamo". Bersani ha ragione. Ma evidentemente in ogni scelta c'è un "ma anche", in ogni regione un'eccezione. Non voglio infierire poi sulle altre forze di centrosinistra. Dico solo di Ferrero perché ci sta bene: secondo lui "occorre estirpare una legge elettorale (quella per le Politiche) che sta aprendo le porte al fascismo". 

Magari qualcuno verrà a dirci che per confezionare il capolavoro di legge elettorale oggi in discussione ognuno "ha dovuto cedere un pezzetto". Può darsi che qualcuno ha ceduto solo un pezzetto, ma è certo che altri hanno ceduto la dignità. Le stesse considerazioni valgono infatti per i listini regionali. Tutte le regioni che hanno messo in discussione il proprio sistema elettorale hanno tentato, in molti casi riuscendoci, di eliminare questo retaggio partitocratrico. L'ultima in ordine di tempo è la Campania.

E' per questo che oggi troviamo incomprensibilmente autolesionista la volontà da parte delle forze politiche del centrosinistra, di approvare per l'Umbria una legge elettorale che ha molto a che vedere con il famigerato Porcellum e poco a che spartire con un moderno strumento democratico di scelta dei rappresentanti dei cittadini nelle istituzioni.

Noi riteniamo infatti che il premio di maggioranza con il listino bloccato, così come normato nella proposta di legge oggi in discussione, faccia correre il rischio anche alla nostra regione di inoltrarsi in un percorso che riteniamo nella sua filosofia ispiratrice profondamente antidemocratico. Non è per noi concepibile l'ipotesi di una legge elettorale che tolga alla disponibilità degli elettori la possibilità di scegliere i propri rappresentanti nelle istituzioni per trasferirla direttamente ai partiti attraverso quello che si configura come un "listino bloccato" in cui collocare le espressioni meno presentabili degli apparati di partito, togliendo agli elettori la possibilità di esprimersi su quei nomi.
Crediamo che nel momento in cui la politica sta vivendo una delle crisi di credibilità più acute e nel momento in cui sale inequivocabile da parte dei cittadini la richiesta di esercitare il diritto di scelta dei propri rappresentanti, la proposta di Pd e Pdl, condivisa da Rifondazione, Pdci, Udc e Sinistra e libertà, rischia di accentuare ancora di più la distanza tra ceto politico e opinione pubblica.

Voglio riportare a questo punto il commento di una figura significativa per questa regione. Si tratta di Francesco Mandarini, Presidente della Manifesto S.p.A., già dirigente politico della Sinistra e presidente della Giunta Regionale dell'Umbria, oggi redattore di "Micropolis". Sentite cosa dice a proposito della legge che state approvando.
"Ci eravamo illusi. Si fanno congressi, si indicono primarie per eleggere il segretario del partito, ma il ceto politico vuol salvaguardare se stesso al di là di un minimo di coerenza rispetto a quanto urlato in questi anni contro la legge elettorale imposta da Berlusconi nel 2006 per ingannare gli elettori. Così nelle regioni dove governa il centrosinistra si confermano leggi elettorali che consentono alle oligarchie di nominare i consiglieri regionali senza alcun mandato del popolo? Sembra proprio di sì. Con buona pace di Bersani il cui primo impegno da segretario, sarebbe stato quello di modificare anche con legge di iniziativa popolare, l'obbrobrio dei nominati in parlamento.
E dei nominati in consiglio regionale niente da dire? Silenzio agghiacciante di Bersani e dei leader locali e nazionali della sinistra riformista, radicale, alternativa e via elencando.
Si sono svolte grandi feste per il ventennale della caduta del muro di Berlino. Segnò la fine del socialismo reale e dei suoi regimi. Bene - aggiunge Mandarini - . Sapete come funzionavano le elezioni nelle così dette democrazie popolari della Polonia, dell'Urss o dell'Ungheria? Per tutelare gli uomini e le donne degli apparati, il partito, con la p maiuscola, metteva in lista i candidati alle cariche pubbliche e l'elettore metteva una croce sul simbolo di partito senza mai poter scegliere chi eleggere nell'assemblea. Liste bloccate. Ricordi di gioventù rinverditi dai listini dei nostri sistemi elettorali bipartisan. Cadono i muri ma gli apparati resistono. Inossidabili.
La filosofia della governabilità e il presidenzialismo hanno prodotto danni enormi alla democrazia rappresentativa senza aver prodotto alcuna sostanziale modifica alla qualità del governo locale o nazionale che sia. Ancora non se ne sono resi conto? No. Continua a prevalere l'autoconservazione di un ceto politico che non ha nemmeno il coraggio di farsi eleggere dal popolo, preferisce la nomina".

Fin qui Mandarini. Per quanto ci riguarda crediamo che la nostra posizione meritasse più rispetto e che meritasse, almeno da parte delle forze politiche di maggioranza cui ci sentiamo di appartenere, quanto meno il tentativo di arrivare ad una soluzione condivisa. Noi abbiamo fatto quanto potevamo: abbiamo messo a disposizione una nostra proposta alternativa, che riteniamo allo stesso tempo moderna, non punitiva per alcuna forza e che avrebbe restituito agli elettori la possibilità di scegliere fra candidati, confermando il bipolarismo, garantendo la governabilità ed un giusto equilibrio tra le province di Perugia e Terni. La proposta dell'Italia dei Valori aveva la grande qualità di restituire la possibilità di scelta agli elettori, attribuendo il premio di maggioranza a chi ha ottenuto più voti nelle liste facenti parte della coalizione vincente. Un sistema semplice, automatico, chiaro. Ma evidentemente con un limite insormontabile: quello di non garantire postazioni di privilegio ad alcuno.

Come sapete, abbiamo sospeso la nostra partecipazione ai lavori della commissione, spiegandone i motivi per iscritto al presidente del Consiglio regionale Fabrizio Bracco, alla Presidente della Giunta regionale Maria Rita Lorenzetti e alla presidente della commissione speciale per le Riforme statutarie Ada Girolamini. Era una forma di protesta attuata sperando che fosse colto il nostro disagio nell'approvare norme che riteniamo profondamente sbagliate e ingiuste. Ma questo non ha fermato chi ha una propensione verrebbe da dire quasi genetica all'inciucio e a una trasversalità che durante questa legislatura non si è fermata alla legge elettorale, ma si è manifestata in molte occasioni: dalle infrastrutture ai beni comuni, fino a giungere all'ultimo caso eclatante di Bettona e Marsciano.

Pur di salvare gli apparati, si è provato a trattare su tutto, anche sulla concessione del premio di minoranza. Si è tentato di fissare uno sbarramento al 5,3 per cento. Si è provato - purtroppo riuscendoci - ad innalzare il numero delle firme per la presentazione delle liste pur di boicottare ogni iniziativa proveniente dalla società civile. Con il vostro sistema un terzo dei consiglieri della maggioranza, vale a dire 6 su 18 o 19, non sarà scelto dagli elettori, ma prescelto dalle segreterie di partito. Di più: qualora la coalizione vincente prenda troppi consensi, per evitare la sproporzione tra le coalizioni verrà escluso chi è stato eletto coi voti dei cittadini per lasciare spazio ai prescelti dai partiti. 

Noi ci siamo anche detti disponibili a riprendere la partecipazione ai lavori qualora si fosse aperto uno spiraglio nella discussione per disinnescare almeno gli effetti più impresentabili del listino. Abbiamo detto quindi che ogni correttivo in grado di sostituire il listino o quanto meno di modificarne le modalità di composizione e di utilizzo, sarebbe stato da noi valutato positivamente. Abbiamo anche presentato un emendamento che andava in questa direzione, tentando almeno di collegare i nominati nel listino alle forze politiche. Questo avrebbe permesso almeno di rendere facoltativo l'utilizzo di questo strumento antidemocratico, consentendo a chi lo volesse di dimettersi per far salire chi veramente ha ottenuto il consenso degli elettori. Ma ci si è voluti appigliare a tecnicismi pretestuosi per nascondere una scelta che invece è tutta politica e che crediamo rappresenti una decisione grave e sbagliata, un vero e proprio furto di democrazia.

Il risultato di tutto questo percorso è la conferma della scelta di puntare su un listino dei nominati dai partiti in una lista bloccata, un listino di apparati che per noi rappresenta un'autentica truffa ai danni dei cittadini, che toglie loro la possibilità di scegliere gli eletti e garantisce postazioni privilegiate a chi il consenso non riesce a raccoglierlo democraticamente. Si tratta di una scelta evidentemente dettata soltanto dalla necessità di tutelare i destini politici di qualche capo partito che ha un certo pudore a presentarsi al giudizio degli elettori. Questa legge è frutto di un inciucio alle spalle dei cittadini che ha messo d'accordo destra e sinistra, evidentemente garantendo a tutti le postazioni minime richieste.

Presidente, in queste settimane abbiamo assistito all'espletarsi di un patto trasversale che al chiuso dei palazzi della politica ha portato alla costruzione di una legge elitaria e antidemocratica. 

Ci si dice che questo è il frutto di un ampio consenso e di larghe intese tra forze politiche; che questo è positivo perché le regole si devono scrivere insieme e perché questo percorso rappresenta un messaggio positivo di dialogo. Si dimentica di ricordare che le regole debbono essere scritte a favore dei cittadini e non per garantire la poltrona in Consiglio a chi non è sicuro di riuscire ad avere i voti sufficienti per essere eletto dagli umbri. Forse invece di parlare di "dialogo positivo" sarebbe stato più corretto ammettere la volontà di conservare un sistema partitocratico di collaudata, ma non più scontata, efficacia. 

Per questi motivi abbiamo ripresentato l'emendamento che ha già subito un'immotivata bocciatura in Commissione. Ribadiamo la nostra disponibilità ad intervenire anche con una proposta successiva a quella che oggi inevitabilmente verrà approvata. Ribadisco però l'impossibilità da parte del gruppo dell'Italia dei valori di votare a favore di questo provvedimento e annuncio la volontà di utilizzare tutti gli strumenti a nostra disposizione per far conoscere all'opinione pubblica e alla società civile umbra i motivi della nostra scelta, scelta che riteniamo in linea con i principi fondamentali della Costituzione.

Grazie.
"Si va verso legge truffa: un terzo dei consiglieri della coalizione vincente non sarà scelto dagli elettori, ma nominato dai partiti in una lista bloccata".

LEGGE ELETTORALE. DOTTORINI (IDV): LISTINO DI NOMINATI FURTO DI DEMOCRAZIA, INCIUCIO INDECOROSO AI DANNI DEI CITTADINI

"Una decisione grave e sbagliata, un furto di democrazia che accentua ancora di più la distanza tra ceto politico e opinione pubblica. La conferma della scelta di puntare su un listino dei nominati dai partiti in una lista bloccata rappresenta un'autentica truffa ai danni dei cittadini, che toglie loro la possibilità di scegliere gli eletti e garantisce postazioni privilegiate a chi il consenso non riesce a raccoglierlo democraticamente". Con queste parole il capogruppo regionale dell'Italia dei Valori Olviero Dottorini commenta la scelta di Pd e Pdl, con l'astensione di Pdci e Udc, di respingere l'emendamento del gruppo dell'Idv che consentiva alle forze politiche "di non usufruire degli effetti perversi e antidemocratici del listino dei nominati dai partiti". "E' una scelta evidentemente dettata soltanto dalla necessità di tutelare i destini politici di qualche capo partito - aggiunge Dottorini -. Ciò che stupisce è che le forze di centrosinistra si siano fatte promotrici di questo ennesimo inciucio alle spalle dei cittadini, privandoli della possibilità di eleggere chi vogliono. Abbiamo sperato fino all'ultimo in un ripensamento da parte di Pd e alleati, ma solo il Prc ha appoggiato il nostro emendamento ribadendo comunque la scelta del listino. E' veramente incomprensibile come questo possa avvenire nel momento in cui la politica sta vivendo una delle crisi di credibilità più acute e nel momento in cui sale inequivocabile da parte dei cittadini la richiesta di esercitare il diritto di scelta dei propri rappresentanti. La nostra proposta era finalizzata a disinnescare gli effetti perversi del listino dei nominati, così come proposto da Pd e Pdl con il sostegno di Prc, Pdci, Udc e Sinistra e libertà, per restituire la possibilità di scelta agli elettori. Ma con motivazioni tecniche assolutamente pretestuose è stata allontanata anche questa possibilità, consegnandoci un testo che ha molto a che vedere con il famigerato Porcellum e poco a che spartire con un moderno strumento democratico di scelta dei rappresentanti dei cittadini nelle istituzioni. Stiamo assistendo all'espletarsi di un patto trasversale che al chiuso dei palazzi della politica sta portando alla costruzione di una legge elitaria e antidemocratica. In base al testo approvato dalla commissione, un terzo degli eletti della coalizione vincente, vale a dire 6 su 18 o19, non verrà scelto dai cittadini, ma dalle segreterie di partito. La nostra proposta - spiega l'esponente dell'Italia dei Valori -avrebbe restituito agli elettori la possibilità di scegliere fra candidati, confermando il bipolarismo, garantendo la governabilità ed un giusto equilibrio tra le province di Perugia e Terni. Ma evidentemente aveva un limite insormontabile: quello di non garantire postazioni di privilegio ad alcuno". 

Perugia, 16 dicembre 2009 
 

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