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C'è un'altra Umbria: libera, concreta, di parola

Agosto 2011 Archives

"A Terni e Foligno vanno 39 milioni di euro all'Altotevere meno della metà. Nel 2006 scartata la nostra ipotesi perché bisognava fare in fretta"

PIASTRA LOGISTICA. DOTTORINI (IDV): ALTOTEVERE SEMPRE IN RITARDO. OBBROBRIO PROGETTUALE E POLITICO. UNICI SENZA SCAMBIO FERRO-GOMMA

"La piastra logistica dell'Altotevere rappresenta un colabrodo progettuale e uno smacco politico per l'intero territorio dell'alta Umbria. È triste oggi constatare come avevamo ragione a considerare quel centro intermodale come un errore progettuale senza precedenti, privo di ogni fondamento strategico e urbanistico. Per giunta, in grado di condizionare il tracciato della E78 in maniera irreversibile e sconsiderata". Con queste parole Oliviero Dottorini, capogruppo dell'Italia dei Valori in Consiglio regionale, interviene in merito ai ritardi dei lavori della piastra logistica di Città di Castello.
"E' paradossale - aggiunge Dottorini - che oggi a parlare di aumento dei costi dovuto ai ritardi sia proprio l'assessore Rometti che insieme agli amministratori locali da anni annuncia l'imminente avvio dei lavori per un'opera che invece nessuno riesce a vedere neppure iniziata, con un aumento dei costi spropositato. È giusto ricordare che la piastra logistica di Città di Castello gode di finanziamenti ridicoli rispetto a quelle di Foligno e Terni, 16 milioni di euro contro 39, e che nel progetto non è previsto nemmeno il collegamento con lo snodo ferroviario. Un obbrobrio progettuale che ci rende ridicoli in tutta Italia e ci identifica come unico centro intermodale senza lo scambio ferro-gomma".
"C'è da ricordare - conclude il capogruppo Idv - che noi sin dal primo momento chiedemmo di modificare il progetto della Piastra che, senza aumento dei costi, avrebbe comunque potuto svolgere una funzione più integrata e di impulso all'economia locale, prevedendo il collegamento con la ferrovia e integrandola nel migliore dei modi possibili con il territorio e l'ambiente. Ma ci sentimmo rispondere che non c'era tempo, che si correva il rischio di perdere i finanziamenti. Da quella nostra proposta sono passati sei anni, sei anni di silenzi, ritardi e, appunto, aumento di costi. Come Italia dei Valori continueremo a vigilare che scelte miopi come quelle della Piastra logistica non si verifichino più".

Perugia, 31 agosto 2011

Se avete un ciclomotore ricordate che entro il 13 febbraio 2012, il contrassegno (targhino) dovrà avere sei caratteri.


Targa_ciclomotori_2.jpg


Il targhino a cinque caratteri va in pensione.

Entro il 13 febbraio bisogna reimmatricolare i motorini muniti di vecchia targa, fornendoli di una nuova carta di circolazione e di una targa a sei caratteri.
La prima cosa da fare è dotarsi del modulo per effettuare la domanda, il modello TT2118, in distribuzione negli uffici della Motorizzazione.
Al modello compilato vanno allegate le ricevute di versamento dell'imposta di bollo per la reimmatricolazione, per i diritti alla Motorizzazione e per l'acquisto delle targhe del veicolo.
In tutto, circa 50 euro.
Serve poi il certificato originale di idoneità tecnica del mezzo, e copia del documento di identità. Se il motorino viene utilizzato da un minorenne, la domanda deve essere sottoscritta dai genitori.
È stato emesso un calendario scaglionato per la dismissione delle vecchie targhe in favore di quelle nuove.
Tra giugno e luglio sono state prese in considerazione le targhe la cui sequenza numerica inizia con numeri da 0 a 5.
Adesso, fino al 29 settembre, si considerano le cifre iniziali da 6 a 8. Dopodiché, entro il 28 novembre, si procede con le targhe la cui sequenza comincia per 9 o con la lettera A.
La legge prevede sanzioni per chi circola con i vecchi documenti (389 euro di multa) a partire dal 13 febbraio.

dario di bello - dariodibello@dottorini.com



"Chiarire a chi addebitare responsabilità e oneri. Servono soluzioni definitive e sostenibili, non coperture delle inadempienze passate"
 
BETTONA. DOTTORINI (IDV): GIUNTA SOSPENDA FIRMA CONVENZIONE PER RIATTIVARE IL DEPURATORE. OPPORTUNO COINVOLGERE LA COMMISSIONE CONSILIARE

"Lo schema di convenzione approvato "fuori sacco" dalla giunta regionale per riattivare il depuratore di Bettona dopo i noti scandali ambientali è l'ennesimo atto incomprensibile ed inopportuno di cui francamente abbiamo difficoltà a comprenderne l'urgenza e l'utilità. E' opportuno che la giunta soprassieda dalla decisione definitiva e avvii un percorso che coinvolga anche il Consiglio regionale. Non si capisce perché sia la regione, con i soldi dei cittadini, a dover pagare. Occorre chiarire le responsabilità di questa situazione e a chi vanno addebitati gli oneri di sistemazione della laguna e del depuratore". Con queste parole Oliviero Dottorini, capogruppo dell'Italia dei Valori in Consiglio regionale, commenta la deliberazione di giunta del 29 luglio 2011 con cui la Regione Umbria ha approvato un protocollo d'intesa fra Comune, Provincia e Regione che "di fatto è un ulteriore regalo ad un'amministrazione a tutt'oggi sotto inchiesta" e che "non chiarisce quali saranno gli interventi da fare, quali i costi e chi li deve sostenere".
"Non vorremmo - prosegue Dottorini - che con la delibera numero 902 del 2011, adottata in pieno clima estivo nel corso dell'ultima giunta prima  della pausa estiva, si dia il via nei fatti al progetto di risanamento approvato dal comune di Bettona e redatto dall'ingegnere Baruchello, professore dell'Università Roma Tre. Il progetto Baruchello, stabilisce delle condizioni che contrastano con il Piano di risanamento delle acque, perché  prevede che le acque reflue contenute nella laguna, una volta trattate con un non precisato impianto mobile, vengano smaltite nella fogna pubblica. Inoltre la soluzione prospettata è un impianto che non sia più al servizio dell'agricoltura e della zootecnia delle imprese locali, ma finalizzato alla produzione di energia. Inaccettabile poi che la regione si impegni a riconoscere al Comune di Bettona tutti gli oneri diretti e indiretti inerenti gli adempimenti necessari, peraltro senza indicare la copertura finanziaria, abbandonando ogni tentativo di far pagare gli oneri di una situazione disastrosa ai veri responsabili. Ancora una volta sembra che saranno i cittadini a pagare. Il principio "di chi inquina paga", sancito dalla legislazione nazionale e comunitaria, deve trovare piena applicazione anche dalle nostre parti".
"Anziché farsi prendere da frenesie estive del tutto fuori luogo e continuare a proporre rimedi che aggravano una soluzione insostenibile invitiamo la Giunta regionale a sospendere la firma della convenzione e quantomeno a portare l'atto nelle competenti commissioni consiliari, affinché venga discusso ampiamente e conformato alla legislazione regionale. In Umbria - conclude Dottorini - il metodo delle proposte "fuori sacco" si sta pericolosamente sostituendo alla pratica della discussione e della partecipazione, sarebbe un bel segnale di ripresa dei lavori dopo la pausa estiva se la Giunta regionale decidesse un'inversione della rotta e iniziasse a recuperare la pratica del buon senso e delle ragioni condivise. E' giunto il tempo che le politiche regionali individuino soluzioni ragionevoli, sostenibili e definitive per quel territorio e per la zootecnia dell'intera regione evitando soluzioni pasticciate che servono solo a coprire inadempienze passate e arroganze che sembrano non avere fine ".
 
Perugia, 25 agosto 2011

"Nella sentenza si legge anche di gravi omissioni da parte degli uffici regionali. La Regione deve delle scuse ai cittadini e al comitato"

ACQUE MINERALI. DOTTORINI (IDV):

"Per chi come noi da sempre ha condotto una battaglia di principio in difesa dei beni comuni e dei diritti delle popolazioni locali, la sentenza del Consiglio di Stato non può che essere accolta con soddisfazione, anche perché dimostra che non erano campate in aria le osservazioni che con coerenza e detrminazione abbiamo portato a una scelta che abbiamo sempre considerato quanto meno azzardata e irrazionale". Con queste parole Oliviero Dottorini, capogruppo dell'Italia dei Valori in Consiglio regionale, commenta la notizia della vittoria da parte del Comitato del Rio Fergia e del Comune di Nocera Umbra nel ricorso presentato da Idrea (Rocchetta) al Consiglio di Stato riguardo allo sfruttamento a scopi commerciali del pozzo Corcia.
"Adesso - aggiunge Dottorini - occorre trarre lezione da questa vicenda che ha visto contrapposta per lunghi anni la Regione alle popolazioni locali. Oggi quelle popolazioni meriterebbero delle scuse ufficiali da parte di chi ha tentato in tutti i modi di imporre loro deliberazioni che andavano contro il buon senso prima ancora che contro la legge. La prima cosa da fare - continua Dottorini - e' quella di ripensare il sistema economico che ruota attorno allo sfruttamento di un bene prezioso come l'acqua. La sentenza infatti conferma quanto stabilito dal Tar in primo grado, e cioè che la creazione di altri pozzi di prelievo da parte della società privata Idrea non garantiscono alcun impatto economico reale per la nostra Regione e che il prelievo di acqua avrebbe compromesso il reticolo idrografico della zona, con il rischio di sottrarre l'acqua alla sorgente di Boschetto che alimenta il Rio Fergia. Esattamente quanto abbiamo più volte ribadito, inascoltati, in Consiglio regionale. La sentenza chiama in causa purtroppo anche la Regione: infatti il Consiglio di Stato ha confermato quanto stabilito dal Tar e cioè che gli uffici della passata Giunta regionale hanno omesso la valutazione di compatibilità ambientale della concessione. Un fatto molto grave, di cui dovremo tener conto nei prossimi atti che arriveranno in Consiglio regionale".
"La soddisfazione del comitato, degli ambientalisti e di chi ha sostenuto le ragioni della popolazione del Rio Fergia è comprensibile - conclude Dottorini -. Compito della politica e delle istituzioni adesso è di ricreare un clima di serenità e confronto. Un confronto che noi chiederemo nella nostra proposta, bocciata in sede di discussione di Dap, di aumentare i canoni di concessione per le aziende che imbottigliano, adeguandoli almeno a quelli delle regioni con legislazioni più avanzate della nostra e che i proventi dei canoni per l'imbottigliamento vengano investiti in opere di manutenzione della rete idrica, in informazione sulle qualità dell'acqua pubblica, nel miglioramento delle risorse idriche, anche con ricadute nei territori interessati da insediamenti industriali di imbottigliamento".

Perugia, 12 agosto 2011
"Grazie alla nostra presenza in maggioranza approvata la nuova legge sui direttori sanitari. Primo passo contro un sistema di potere logoro e malato "

"La coerenza dell'Italia dei Valori è fuori discussione. Noi siamo totalmente estranei a qualsiasi logica clientelare e da sempre abbiamo agito da pungolo all'interno della maggioranza di centro-sinistra, molto di più di quanto abbia fatto la cosiddetta opposizione, sempre pronta a finte indignazioni per poi raccogliere le briciole di un sistema di potere che ormai appare logoro e malato. Comprendiamo tuttavia il disagio dei componenti Udc che, proveniendo da una tradizione politica molto segnata dalle vicende di Tangentopoli, mal tollerano le posizioni intransigenti di chi, non avendo mai usato certi metodi per fare politica, sta cercando di rendere l'Umbria una regione più moderna e trasparente". Con queste parole il capogruppo regionale dell'Idv, Oliviero Dottorini, replica all'attacco mosso dagli esponenti Udc, Sandra Monacelli e Maurizio Ronconi, sulla polemica relativa all'indagine cosiddetta "Sanitopoli".
"E' stato grazie al lavoro che abbiamo svolto come componenti di questa maggioranza - continua Dottorini - se il Consiglio regionale ha recentemente approvato la nuova legge sui criteri di nomina dei direttori sanitari, che rappresenta un primo passo per allontanare la politica dalla gestione della sanità. La nostra coerenza ci permette di chiedere ad un nostro alleato, il Pd, di risolvere un problema evidente che imbarazza tutta la coalizione. Riteniamo invece che il pulpito dell'Udc non sia credibile e che non sia in grado di dare lezioni a nessuno, tanto più quando continua a proporsi come ruota di scorta dell'esecutivo di turno".

Perugia, 10 agosto 2011

assicurazioni_2.jpg

"Le truffe sono tutte odiose ma quella dei napoletani che hanno falsificato la loro residenza spostandola in Umbria per pagare metà assicurazione per i loro mezzi di trasporto ci appare giustificabile e per alcuni versi inevitabile.

C' è infatti da anni una vergognosa disparità di trattamento tra Nord e Sud. A parità di condizioni contrattuali, un cittadino di Napoli paga il triplo rispetto a un cittadino che risiede in altre province d'Italia, in aperta violazione dei principi di uguaglianza e di non discriminazione".

"Basta andare sul sito dell'Aci per notare che a Milano gli incidenti, nel 2010, sono stati 35479, mentre a Napoli - dove circola un numero maggiore di veicoli - solo 8605.

Nonostante questo, i napoletani pagano più dei milanesi: la conferma viene dai dati Isvap relativi agli esborsi delle compagnie assicurative".

"Se i Governi nazionale e regionale non decideranno di intervenire il fenomeno delle residenze false o modificate o dei finti tagliandi assicurativi con nomi improbabili di assicurazioni aumenterà ulteriormente.

Il cittadino napoletano infatti non ha alcuno strumento per difendersi da questa palese ingiustizia se non truffare lo stato o girare con mezzi non assicurati come già fanno circa la metà degli abitanti della città e della provincia.

D'altronde diverse volte costa meno acquistare un mezzo di trasporto usato che assicurarlo. Con la tremenda crisi economica in atto il fenomeno è destinato ad avere dimensioni sempre maggiori e diffuse in quasi tutte le categorie sociali che noi non ci sentiamo di condannare".

dario di bello - dariodibello@dottorini.com


"La giustizia si muova con assoluta fermezza e tempi rapidi. In gioco c'è il futuro dell'Umbria"



"Proviamo imbarazzo per cio' che sta avvenendo intorno al Pd umbro. Se le accuse formulate dai pubblici ministeri fossero confermate, ci troveremmo di fronte a uno dei più grandi scandali politici della nostra Regione. Per questo chiediamo che il Partito democratico faccia chiarezza, rifuggendo da tentazioni autoassolutorie e prendendo le distanze in maniera esplicita da un sistema di potere che appare logoro e malato". Questa la prima reazione di Oliviero Dottorini, capogruppo dell'Italia dei Valori in Consiglio regionale, rispetto all'inchiesta Sanitopoli che vede coinvolti membri della passata Giunta, esponenti di spicco del Partito democratico e membri dell'attuale amministrazione.
"Non sta a noi - continua Dottorini - giudicare la rilevanza penale di quanto sta emergendo dalle indagini e confidiamo che i coinvolti nelle vicende oggetto di indagini sappiano cogliere in queste due settimane l'occasione per fugare ogni dubbio e far sì che le loro posizioni vengano archiviate. In caso contrario dovrebbero prenderne atto e separare i propri destini da quelli delle istituzioni che rappresentano, segnando cosi' una differenza netta da quel centrodestra che a Roma accoglie rinviati a giudizio e condannati nelle proprie fila e in Parlamento. In Umbria la situazione e' diversa, ma da cio' che si apprende dagli atti giudiziari pubblicati dai quotidiani affiora comunque un quadro desolante, fatto di scambi, favori e raccomandazioni. E questo non e' certo un esempio edificante per la societa' regionale e per chi crede nel valore del merito, nella trasparenza e nella democrazia".
"Contro certi sistemi, che inquinano e rischiano di contaminare la nostra stessa convivenza civile - conclude Dottorini - continueremo a batterci al di là dell'indagine in corso e auspichiamo che la giustizia si muova con assoluta fermezza e in tempi rapidi. In gioco c'è la credibilità di un sistema e dobbiamo fare in modo che da questa vicenda, al di là dei rilievi giudiziari che emergeranno in maniera più' definita nei prossimi giorni, si tragga anche una lezione politica. Scambi di voti, clientele e raccomandazioni sono un virus letale per la democrazia".

Perugia, 9 agosto 2011

"Forze politiche si impegnino per rapido iter procedurale. Necesario puntare su green-economy e sviluppo sostenibile, duraturo e non imitabile"
 

"Valutiamo positivamente i provvedimenti presi dalla Giunta comunale di Perugia in merito al vincolo posto all'ampliamento, alla riattivazione e all'apertura di nuove cave nel territorio comunale. In particolare riteniamo particolarmente importante quella che viene presentata come una bocciatura de-facto dell'ipotesi della cava di Resina. Ora dovremo vigilare affinche' il provvedimento non subisca intoppi o aggiustamenti tattici durante l'iter che lo attende". Con queste parole Oliviero Dottorini, capogruppo dell'Italia dei Valori in Consiglio regionale, commenta il provvedimento adottato dall'esecutivo di Palazzo dei Priori in merito alla pianificazione urbanistica del paesaggio.
"Ci fa piacere constatare - aggiunge Dottorini - che oggi la nostra posizione di netta contrarietà sulla eventuale apertura di una cava a Resina ha trovato anche il consenso dell'esecutivo di Perugia. Ci auguriamo che questo preluda a un serio confronto a livello regionale sulla questione dei canoni di concessione, come abbiamo già segnalato in fase di discussione del Dap. L'Umbria non può permettersi di continuare a puntare su cave, estrazioni e sfruttamento intensivo del territorio. E la nostra regione deve affrontare definitivamente il problema delle concessioni, che sono fra le più basse in Italia, e delle modalità di ripristino dei siti dismessi che negli anni hanno lasciato ferite insanabili su tutto il territorio regionale".
"Adesso, dopo che quasi tutte le forze politiche perugine si sono dette contrarie all'apertura della cava di Resina, occorre che l'iter si svolga in maniera rapida e che la Commissione prima e il Consiglio comunale poi approvino definitivamente il provvedimento - conclude Dottorini -, in modo da renderlo direttamente operativo da settembre. È importante dare seguito con convinzione ai proclami sulla green-economy e indirizzarsi verso una coerente politica di sviluppo sostenibile, duraturo e non imitabile che sia in grado di valorizzare le qualità del territorio attraverso la riqualificazione dell'agricoltura, del turismo e la tutela delle risorse idriche".
 
Perugia, 9 agosto 2011
"Purtroppo anche l'Umbria ha il suo Porcellum dei nominati nel listino votato da Pd, Pdl, Prc e Sel. Pronti a eliminare il listino e restituire la scelta ai cittadini"

"Un referendum per eliminare la scandalosa legge elettorale dei nominati, il cosiddetto "Porcellum", e per la reintroduzione delle preferenze, restituendo ai cittadini la possibilità di scegliere da chi farsi rappresentare. Allo stesso tempo dare il via a una campagna per cancellare il Porcellum umbro eliminando il listino dei nominati dai partiti". Con queste parole Oliviero Dottorini, capogruppo dell'Italia dei Valori in Consiglio regionale, annuncia l'avvio nei prossimi giorni della raccolta firme per due referendum abrogativi proposti dall'Italia dei Valori. Il primo per cancellare l'attuale legge elettorale, il secondo per la cancellazione delle province.
"Occorre fare un ennesimo sforzo di democrazia - spiega il capogruppo Idv - per cancellare una legge elettorale che lo stesso ideatore certificò come una vera e propria "porcata". Purtroppo però anche l'Umbria ha il suo Porcellum.
E' bene ricordare che da noi c'è una legge elettorale che prevede la nomina di sei consiglieri su diciannove, quelli della coalizione di maggioranza, sottraendoli alla scelta dei cittadini. Un vero e proprio furto di democrazia perpetuato nella scorsa legislatura da un voto-inciucio a firma Pd, Pdl, Rifondazione e Sinistra e libertà, con l'Italia dei Valori unico partito a votare contro e denunciare questo scandalo. Quindi oggi diamo il benvenuto a chi nel Pd si ravvede e vuole riaprire i giochi per eliminare il listino individuato come strumento anti democratico per la rappresentanza dei cittadini".
"Come Idv - aggiunge Dottorini - nella passata legislatura avevamo avanzato una proposta finalizzata a disinnescare gli effetti perversi del listino dei nominati e per restituire la possibilità di scelta agli elettori, ma con motivazioni tecniche assolutamente pretestuose venne allontanata anche questa possibilità, consegnandoci un testo che ha molto a che vedere con il famigerato Porcellum e poco a che spartire con un moderno strumento democratico di scelta dei rappresentanti dei cittadini nelle istituzioni. La nostra proposta - conclude il capogruppo Idv - avrebbe restituito agli elettori la possibilità di scegliere fra candidati, confermando il bipolarismo, garantendo la governabilità ed un giusto equilibrio tra le province di Perugia e Terni. Ma evidentemente aveva un limite insormontabile: quello di non garantire postazioni di privilegio ad alcuno".

Perugia, 5 agosto 2011
"Per lui l'Altotevere termina a Pistrino. Continueremo a chiedere uno studio tecnico per individuare il miglior tracciato e a denunciare gli errori delle amministrazioni locali. Nostra battaglia coerente per la salvaguardia delle potenzialità economiche dell'Altotevere"

E78. DOTTORINI (IDV): CIRIGNONI ABBANDONI LE CARNEVALATE E RECUPERI LA MEMORIA STORICA. IDV DA SEMPRE SI BATTE PER UN TRACCIATO RAZIONALE

"Ci fa piacere che il collega Cirignoni, tra un raduno a Pontida e una manifestazione anti immigrati, trovi il tempo di occuparsi delle prospettive economiche dell'Altotevere. Peccato che lo faccia a sproposito e col piglio di chi deve difendere a tutti i costi un governo indifendibile. E' significativo tra l'altro che nella foga del giustiziere si trovi fianco a fianco con gli amministratori locali, mentre provi un certo fastidio verso chi si è sempre battuto contro gli egoismi di campanile e per soluzioni razionali. D'altra parte è noto che per lui l'Altotevere termina a Pistrino e che, una volta salvaguardato quel 'centro storico', tutto è risolto, il resto sono chiacchiere". Con queste parole il capogruppo regionale dell'Italia dei Valori, Oliviero Dottorini, replica alle "esternazioni agostane" del consigliere regionale della Lega Gianluca Cirignoni, sottolineando come "non è con le carnevalate alla Cirignoni che si risolvono i problemi dell'Altotevere".
"Comprendiamo benissimo l'imbarazzo della nostra camicia verde nel tentare di mascherare le responsabilità sullo stato di stallo della E78 che, lo ricordiamo, sono da addebitare alle eterne diatribe tra i sindaci di San Giustino e Città di Castello, ma anche e soprattutto ad un Governo nazionale che evidentemente non considera l'Umbria abbastanza "padana" da meritare la giusta attenzione e i giusti finanziamenti economici. In questi casi - aggiunge Dottorini - un po' più di memoria storica e un po' meno di approssimazione non guasterebbero: noi da sempre ci battiamo per un tracciato razionale e da tempo chiediamo di realizzare uno studio tecnico che metta a confronto tutte le ipotesi di tracciato per la E78, compresa quella di alcuni noti e stimati tecnici locali, come l'ingegnere Giovanni Cangi e il professor Ermanno Bianconi. Ma nessuno, tanto meno Cirignoni, ha mai supportato questa ipotesi. Lui a quel tempo faceva i "campeggi" goliardici alla Guinza - aggiunge il capogruppo Idv -, lasciando noi a batterci per un tracciato che salvaguardasse le potenzialità economiche, ambientali e culturali del territorio. Quello scelto è incomprensibile, individuato soltanto per rimediare all'errore ormai riconosciuto da tutti della Piastra logistica. Per questo ribadiamo la necessita' di rivederlo radicalmente. A essere danneggiata sarà altrimenti l'intera vallata, non solo gli abitati di Cerbara, Selci e Lama che subiranno una ferita insanabile, sacrificati sull'altare della Piastra. Certo non pretendiamo che Cirignoni colga il valore o la valenza politica di certe argomentazioni, ci aspetteremmo che almeno avesse il buon senso di riconoscere chi, facendo prevalere l'interesse territoriale agli ordini di scuderia, ha sempre difeso con coerenza l'interesse dell'Altotevere e ha sempre proposto soluzioni ragionevoli per la dotazione infrastrutturale di un territorio che troppo spesso non riceve la giusta attenzione dalle politiche regionali e nazionali".
"Ciò' che veramente non riusciamo a comprendere - aggiunge il capogruppo Dottorini - è come faccia Cirignoni, pur di difendere il ministro Matteoli, a sostenere persino il pedaggio per un'opera che da sempre viene propagandata a servizio dei cittadini e delle imprese. Con il pedaggio gli unici a trarne vantaggio saranno invece i grandi gruppi imprenditoriali del Nord e non certo le aziende altotiberine".

Perugia, 4 agosto 2011

 

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